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sabato, Dicembre 14, 2024

    La paura di vivere in un’epoca violenta

    FortissimaMenteHo intitolato l’articolo di questo mese “La paura di vivere in un’epoca violenta” perché in realtà vorrei provare a dimostrarvi il contrario, ovvero che stiamo vivendo in una delle epoche più pacifiche della storia. Lo so che di primo acchito questa potrebbe sembrare un’affermazione assolutamente falsa, dato che siamo quotidianamente bombardati da notizie di accadimenti molto cruenti. Basti pensare alle guerre e guerriglie che interessano viarie parti del mondo o, se ci concentriamo sui territori a noi più vicini, la violenza di cui quotidianamente ci informano le cronache nazionali: omicidi, stupri, abusi, attentati… Come si fa quindi ad affermare che viviamo in un’epoca poco violenta? Qui di seguito ve ne spiegherò i motivi.

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    La cosa importante da fare è guardare le cifre. Da quando nella storia è stato possibile documentare e contare gli episodi di violenza, si nota che essa non ha mai smesso di diminuire, grazie allo svilupparsi di una civiltà sempre più complessa che tutela le vite umane. Ad esempio, se facciamo il conto degli omicidi commessi nel mondo e li rapportiamo alla popolazione, diventa evidente che viviamo nell’epoca meno violenta di tutta la storia dell’umanità (nelle società primitive si poteva essere uccisi per venire derubati di poco cibo o di una pelliccia!). Dato che questa evoluzione si realizza molto lentamente nel corso dei secoli, facciamo fatica a rendercene conto.
    La violenza è sempre insita nell’uomo, ma con il progresso migliora la capacità di resistere nell’agirla. Ci sono dei dati che dimostrano che la società attuale è 50 volte meno violenta di quella Medioevale dove la probabilità di morire sotto i colpi dei nostri simili era altissima. Abbiamo dimenticato che le esecuzioni e i supplizi pubblici erano delle realtà quotidiane. Tutt’ora, nelle società tribali, le morti per omicidio rappresentano ben il 10% dei decessi totali, dati che sono impensabili nella nostra comunità. Attualmente le violenze domestiche e gli stupri sono in diminuzione, ma vengono, finalmente, denunciati più frequentemente: essere maggiormente consapevoli di un fenomeno lo fa percepire in crescita. Bisogna poi aggiungere che i sacrifici umani sono progressivamente scomparsi e la pratica della schiavitù è stata abolita ovunque (purtroppo sappiamo che esistono ancora persone tenute in stato di schiavitù, ma questo è un reato mentre nei secoli scorsi era consentito).
    Continuano a diminuire gli stati che praticano la pena di morte. Siamo indotti a pensare che il secolo scorso sia stato il secolo nella storia più violento per l’alto numero di vittime delle guerre: questo è vero se guardiamo la cifra in assoluto dei morti ma non se la rapportiamo alla popolazione esistente a quell’epoca.

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    Andando indietro nella storia, l’iniziale declino della violenza risale alla nascita delle prime civiltà, quando lo svilupparsi di un potere centrale (che fosse il re, l’imperatore, il capo), mirava ad arricchirsi facendo lavorare i suoi sottoposti. A queste epoche risalgono i primi divieti di furti ed omicidi: meglio vedere la gente che lavora piuttosto che si ammazza! Allo stesso tempo, gli esseri umani iniziano ad avere meno paura di essere attaccati e depredati e rinunciano all’aggressione preventiva: se una persona teme di essere uccisa, tende ad uccidere lui per primo per potersi difendere! Questa idea è alla base dell’autocontrollo.
    Nel Medioevo l’autocontrollo lasciava ancora parecchio a desiderare: la gente si picchiava per poco. Pensate che in Cina l’uso delle bacchette a tavola è stato imposto dall’imperatore proprio per fronteggiare il problema mortale dei litigi a tavola, favorito dalla presenza dei coltelli! Con la nascita del commercio poi, si è messo in pratica l’interesse alla non violenza: si affinano le capacità di negoziazione ed empatia perché sapere scambiare le merci è più vantaggioso che non depredare gli altri.
    A poco a poco le persone hanno scoperto che possono stare meglio se mettono da parte la violenza. Con la diffusione della stampa e l’alfabetizzazione infine, gli uomini iniziano a leggere romanzi, opere di finzione che aiutano ad entrare nella mentalità dei personaggi. Se le persone possomo comprendere ciò che gli altri provano, diviene sempre più improbabile che si desideri fare del male a qualcuno.

    Si può affermare che la violenza continuerà a diminuire nei secoli? È difficile fare delle previsioni, per ora sappiamo soltanto che la violenza è in diminuzione, e questo non è un dato recente. Esserne coscienti da speranza e aiuta a modificare quella visione del mondo come sempre più violento. È quindi importante liberarci dai nostri pregiudizi e guardare ciò che avveniva nel passato, solo così possiamo accorgerci che la nostra epoca è la più sicura in assoluto: questo ci aiuterebbe anche a prendere le distanze da quei movimenti politici che vogliono farci pensare che il mondo sta diventando troppo pericoloso.

    Per maggiori informazioni visita il sito: www.psicoborgaro.it

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