Aeroporto di Caselle – Andrea Andorno è il nuovo A. D. della SAGAT

0
1540
Il nuovissimo Airbus A.321 NEO della easyJet

aerei_e_dIntorniWEBIl 24 gennaio Andrea Andorno è stato eletto come nuovo Amministratore Delegato della SAGAT S.P.A., la Società di Gestione dell’Aeroporto di Torino.

Il nuovo a.d. della SAGAT Andrea Adorno

Il nuovo AD è stato eletto dal CdA in sostituzione di Roberto Barbieri che dal 2013 aveva rivestito lo stesso incarico ed ora è alla guida della GESAC S.p.A.-Aeroporto di Napoli.

- Adv -

Il nuovo amministratore ha una lunga esperienza nel settore aviation e transportation industry: dal 2013 al 2018 ha lavorato nella compagnia aerea Air Italy/Meridiana come Chief Commercial Officer, e prima dal 2003 al 2012 ha svolto diversi ruoli nella travagliata compagnia italiana Alitalia tra cui la carica di Vice President Finance e Director Network & Fleet Planning.

Come di consueto in questi casi il CdA ha espresso un vivo ringraziamento al precedente amministrare Roberto Barbieri, che nel frattempo continuerà a ricoprire anche il ruolo di presidente della SO.GE.A.Al.-Aeroporto di Alghero controllata, come la GESAC S.p.A. sempre dalla F2i.

Andrea Andorno, si è laureato cum laude in Economia nel 1996 presso l’Università degli Studi di Genova e si è specializzato in amministrazione e finanza alla New York University, iniziando il percorso professionale nel 1998 in KPMG, come consulente nella divisione Corporate Finance, occupandosi di progetti legati all’industria dei trasporti.

Nel 2003 entra nel gruppo Alitalia, all’inizio come Director Investor Relations e Corporate Strategy, poi come Direstor Network & Fleet Planning ed infine come Vice President Finance. All’interno del gruppo ha anche ricoperto il ruolo di CEO di Challey Group, Air One Tecnic, Alitalia CityLiner.

Dal 2013 al 2017 è entrato in Meridiana con la carica di Chef Commercial Officer e dal 2017 al 2018, con l’ingresso della Qatar Airways nella Meridiana come azionista e primario partner industriale, ha ricoperto il ruolo di Chief Commercial Officer di Air Italy.

Ha inoltro svolto le cariche come Membro del Consiglio Direttivo di Assoclearanc, CEO del our operator Wokita, nonché membro del Consiglio Direttivo di Assaereo e Consigliere di Amministrazione della Air One S.p.A.

Ci auguriamo che con l’entrata del nuovo amministrare l’aeroporto di Caselle non rimanga fermo sul traguardo raggiunto nel 2018 di 4.084.923 passeggeri (con un calo del 2,2% rispetto al 2017), ma possa dare nuovo impulso al nostro aeroporto di cui veramente si sente la necessità, con nuovi e importanti collegamenti ma soprattutto con compagnie aeree solide e di “spessore” internazionale.

Visione dell’aeroporto monopolizzato dai charter invernali

Variazioni societarie nei decenni dell’aeroporto di Caselle
Dalla fine del 2018, l’aeroporto di Torino-Caselle, dopo la dismissione da parte degli Enti Pubblici delle ultime azioni rimaste di loro proprietà, è gestito completamente da società private, notizie che di volta in volta sono sempre state pubblicate nei vari articoli dedicati all’aeroporto.

Di seguito un breve riassunto delle principali vicende societarie.

Nel 1953, con l’inaugurazione del primo volo con Roma, l’aeroporto era una struttura interamente di proprietà del Comune di Torino che lo gestiva direttamente, fin quando tre anni dopo, venne creata la società che ancora oggi gestisce lo scalo di “casa nostra”.

Il 6 marzo 1956, a Palazzo Civico, fu costituita la Società Azionaria Gestione Aeroporto di Torino (Sagat), che aveva per oggetto “la gestione dell’Aeroporto Civile “Città di Torino”, con lo scopo, non speculativo, di incrementare il collegamento aereo della Regione Piemonte con i principali centri nazionali ed esteri e di contribuire allo sviluppo economico e turistico di Torino e del Piemonte” (art. 2° dello Statuto sociale originario).

Il successivo 15 marzo 1956 la Città di Torino affidò la gestione dell’aeroporto alla Sagat.

All’atto della costituzione le azioni erano così suddivise.

 

Città di Torino

11.100 azioni

55,50%

Provincia di Torino

1.500 azioni

7,50%

FIAT

5.000 azioni

25,00%

Cassa di Risparmio di Torino

500 azioni

2,50%

Istituto Bancario San Paolo

200 azioni

1,00%

Banca Popolare di Novara

100 azioni

0,50%

Società Idroelettrica Piemonte (S.I.P.)

500 azioni

2,50%

S.T.E.T Società Torinese Esercizi Telefonici

400 azioni

2,00%

Ing. Olivetti & C.

500 azioni

2,50%

Unione Industriale di Torino

100 azioni

0,50%

Lancia e C.

100 azioni

0,50%

All’inizio i collegamenti di Caselle erano minimi e l’aerostazione ancora provvisoria anche se era già terminato il blocco principale con la torre di controllo.

Negli anni ’60 e ’70 l’aumento del traffico aereo, abbinato ai sempre più performanti e capienti velivoli, diedero l’avvio a tutta una serie di migliorie e ampliamenti, come l’allungamento della pista, dei piazzali aeromobili, dell’aerostazione passeggeri e la costruzione di una nuova struttura per le merci.

Intanto la legge del 21 luglio 1965 n. 914 aveva sancito la qualifica privata dell’aeroporto di Torino-Caselle sino al 1995 e con la Legge del 22 ottobre 1986 n. 736 ne determinò la proroga di ulteriori 20 anni.

Anche l’assetto societario cambiò nel tempo e verso la fine degli anni ’80 le azioni erano così suddivise:

Città di Torino

50,77%

Regione Piemonte

15,23%

Sogespar (gruppo Fiat)

14,21%

Provincia di Torino

10,15%

Banca CRT

2,54%

C.C.I.A.A. di Torino

2,54%

Unione Industriale di Torino

2,54%

Alitalia

1,01%

Istituto Bancario S. Paolo

1,01%

Il capitale sociale sottoscritto e versato ammontava ora a 7 miliardi e 880 milioni di lire.

Con il passare degli anni ed il continuo aumento del trasporto aereo in generale, si dovettero pianificare nel periodo dal 1980 al 1993 nuovi finanziamenti per un totale di 198 miliardi per migliorare le infrastrutture dello scalo. Alla fine dei 14 anni la Città di Torino e la Sagat spesero 164,2 miliardi di lire: l’82,8% di quelli totali.

Con l’assemblea straordinaria della Sagat nella seduta del 26 febbraio 1990, fu deliberato l’aumento di capitale sociale a pagamento di L. 7 miliardi 880 milioni a 15 miliardi 760 milioni, mediante emissione di 788.000 nuove azioni dal valore nominale di lire 10.000 cadauna.

Oltre alle nuove infrastrutture nel 1981 si rese necessario l’allungamento della pista portata a 3.300 metri, una delle più lunghe ed attrezzate d’Italia, in grado di smaltire in tutta sicurezza i grossi velivoli sia passeggeri sia cargo. Nello stesso anno venne redatto il “Master Plan” (Piano Regolatore Generale dell’aeroporto) con lo scopo di programmare razionalmente lo sviluppo dell’infrastruttura aeroportuale fino all’anno 2000 e oltre.

Inizia a prendere corpo anche la costruzione di una nuova aerostazione più moderna di quella originale (anche se con grande nostalgia non possiamo dimenticare la vecchia torre di controllo abbattuta per far posto al nuovo scalo).

Ricordiamo che il progetto di costruire la nuova aerostazione risale addirittura al 1981 quando la Sagat, coinvolgendo varie forze, prepara uno studio per valutare gli incrementi futuri del traffico, studio terminato nel 1983, e nel 1987 viene indetto il concorso per l’appalto (approvato nel 1989) di tutto il nuovo complesso: nuova aerostazione a più livelli, nuovo parcheggio multipiano, nuovi piazzali aeromobili.

L’aerostazione venne inaugurata il 9 dicembre 1993, inizialmente in grado di smaltire dai 3 ai 5 milioni di passeggeri annui. La medesima, quella che vediamo oggi, sarà nuovamente ampliata per accogliere il grande evento delle Olimpiadi Torino 2006, che diedero grande notorietà alle nostre montagne ed alla Città di Torino.

Nell’estate del 1999, nel mese di luglio, gli Enti pubblici ancora presenti in Sagat cedettero il 41,33% delle loro quote. La cordata prescelta, era formata dalla NHS S.p.A (Nuova Holding Subalpina), Sab S.p.A. (Società di gestione aeroporto di Bologna), Aviapartner e Edizioni Holding S.p.A. (Gruppo Benetton).

Nella casse dei quattro soci venditori, Comune di Torino (che cede una quota del 12,76%), Provincia di Torino (5,15%), Camera di Commercio di Torino (20%), Regione Piemonte (3,42%), entrarono 114 miliardi di lire.

Nel 2005 il nuovo assetto societario era composto da:

Comune di Torino

38,00%

Edizione Holding SpA

24,39%

IMI Investimenti SpA

12,40%

Regione Piemonte

8,00%

Provincia di Torino

5,00%

CCIAA di Torino

4,71%

Aeroporto G.Marconi di Bologna SpA

4,13%

Aviapartner SpA

0,41%

Azioni proprie

2,96%

Con la fine del 2012, inizio 2013 cambia nuovamente l’azionariato aeroportuale con la cessione da parte del Comune di Torino del 28% della azioni.

Il pacchetto azionario venne acquisito dal fondo “F2i” di Vito Gamberale, per un importo di 35 milioni di euro (contro i 58,8 richiesti), a cui fece seguito il 24,4% delle azioni detenute da Sintonia del Gruppo Benetton, portando così la quota al 52,4%, diventando il maggior azionista dello scalo torinese. Il Gruppo Benetton, si era messo in corsa per l’acquisto delle quote azionarie detenute dal Comune di Torino, ma con una offerta di gran lunga inferiore, solo 22,5 milioni poi saliti a 29.

Fanno parte del nuovo Gruppo anche le società: Sagat S.p.A., Sagat Holding S.p.A., Sagat Engineering S.r.l., Aeroporti Holding S.r l., con la seguente suddivisione delle quote:

F2i Aeroporti S.p.A.

54,46%

Equiter S.p.A.

1,40%

FCT Holding S.r.l.

10,00%

Finpiemonte Partecipazioni S.p.A

8,00%

Tecnoinvestimenti S.r.l.

76,00%

Provincia di Torino

5,00%

Aviapartner S.p.,A.

0,42%

Azioni proprie

2,96%

Con la fine dell’anno scorso, cambia nuovamente l’assetto societario, con l’uscita definitiva della partecipazione pubblica nella gestione dello scalo torinese, chiudendo un’epoca iniziata oltre 60 anni or sono, con la cessazione delle ultime quote pubbliche, facendo diventare Caselle il primo scalo importante nazionale controllato esclusivamente da privati, ovvero:

2i Aeroporti S.p.A.

90,28%

Tecno Holding S.p.A

6,76%

Azioni proprie

2,96%

Il Boeing 767 che ha portato la Juve in Arabia Saudita per giocare la “supercoppa”.
 
- Adv bottom -

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.