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venerdì, Aprile 19, 2024

    I fattori che influenzano l’alimentazione

    FortissimaMenteWEBLa primavera è quasi alle porte e questo periodo sembra il migliore per mettersi in forma. Chi è solito seguire delle diete ed iscriversi in palestra ha ormai imparato che non bastano una buona alimentazione e l’esercizio fisico per raggiungere il risultato desiderato. Le vittime delle continue oscillazioni della bilancia possono trovare molto utili i suggerimenti che arrivano dalla psicologia della nutrizione.

    La psicologia della nutrizione è la disciplina che si occupa di capire cosa influenza le nostre scelte alimentari. Dalle ricerche nel settore si è notato che le quantità di cibo che assumiamo dipendono da molti fattori a noi inconsapevoli e ci spiega come mai preferiamo mangiare un cibo piuttosto che un altro, ne consumiamo in quantità maggiori di quanto prefissato o finiamo per consumare cibi che dovevamo evitare. Vorrei quindi darvi dei piccoli consigli per non ritrovarvi, vostro malgrado, ad essere delusi quando siete davanti alla bilancia nonostante vi siate ripromessi troppe volte di controllarvi.

    Un buon punto di partenza è l’educazione alimentare che si ha in famiglia: i genitori che hanno un comportamento equilibrato con il cibo sono dei modelli per i propri figli e li aiutano a sviluppare delle sane abitudini. Oltre ad avere un buon modello, per consumare pasti meno calorici bisognerebbe preferire mangiare a casa piuttosto che al ristorante perché i pasti casalinghi sono più ricchi di frutta e verdura, apportano più fibre e meno grassi rispetto a quelli assunti fuori casa. I bambini che cenano raramente a casa con i genitori sono tendenzialmente più obesi degli altri.

    Siamo portati a mangiare un alimento piuttosto che un altro, oppure a consumarne quantità maggiori del previsto, non solo perché vogliamo assaporare un certo cibo, oppure abbiamo molto appetito, ma anche perché siamo influenzati da come il piatto ci viene presentato e dal nostro stato d’animo in un certo momento. Un fattore importante è la dimensione dei contenitori: più i piatti sono grandi, più si tende a riempirli. Anche il colore del contenitore è un tratto importante, ad esempio la cioccolata calda sembra essere più buona se la tazza è rossa. In generale, il colore del piatto o della tazza ne influenza il gusto, anche se questo può sembrare davvero strano. Inoltre, quando si prepara un cibo, per renderlo meno calorico è importante l’ordine in cui si mescolano gli ingredienti: tendiamo ad abbondare con il primo ingrediente usato, indipendentemente da quale esso sia. Ad esempio, un esperimento ha dimostrato che se si prepara un mix di acqua e succo di frutta, se si versa nel bicchiere prima l’acqua e per secondo il succo di frutta, chi prepara il mix lo fa più annacquato, mentre se si versa prima il succo di frutta e dopo l’acqua, il preparato è più concentrato.

    Bisogna fare attenzione alle scritte “light” sui prodotti, che indicano che un cibo contiene meno grassi, perché quando un consumatore mangia un prodotto light, ne assume maggiori quantità, convinto che tanto le calorie siano comunque poche. La cosa curiosa è che le ricerche hanno dimostrato che chi consuma prodotti light tende anche a fare meno esercizio fisico, come se il mangiare magro sostituisse l’attività fisica.

    Altra cosa importante è dove si trova il cibo. Se abbiamo delle leccornie a portata di mano è praticamente impossibile non consumarne, mentre se sono difficili da raggiungere non ci ricordiamo neppure che ci siano. Ad esempio, se il contenitore delle caramelle è sulla scrivania mentre si lavora, ci si ritrova con il dolcetto in bocca senza quasi rendersene conto (e spesso più di uno), mentre se le stesse caramelle sono nascoste in un mobile, finiamo per dimenticarcele.

    Il nostro stato psicologico e il nostro ambiente sono in grado di influenzare la qualità e la quantità dei cibi assunti più della nostra sensazione di fame. Per questo motivo ci ritroviamo alla sera a constatare che durante una giornata abbiamo mangiato molto di più di ciò che avevamo previsto al mattino appena alzati: questo è uno dei motivi del fallimento di molte diete. Il desiderio di dolci cresce quando si è sotto stress, specie nelle donne. Mangiare in compagnia poi aumenta le porzioni del cibo consumato: più si è in confidenza con i nostri commensali, più tendiamo a mangiare. Le distrazioni accrescono l’assunzione di calorie: mangiare davanti alla televisione è il classico esempio.

    Le persone non riescono a mangiare solo ciò che è strettamente necessario per tenersi in forma perché sono troppi gli elementi che condizionano l’assunzione del cibo. Tutti i fattori che influenzano le nostre scelte alimentari dovrebbero essere presi in considerazione non solo nei casi in cui si è sovrappeso e si desideri dimagrire, ma anche nei casi in cui, al contrario, si deve aiutare delle persone che sono sotto peso. Questo è ciò che aiuta a fare una disciplina come la psicologia della nutrizione.

    Per maggiori informazioni visita il sito: www.psicoborgaro.it

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