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sabato, Dicembre 14, 2024

    Il carico mentale

    FortissimaMenteWEBLa vita quotidiana di ognuno di noi è sempre più complicata. Troppo spesso ci ritroviamo a fare tante cose contemporaneamente, e dobbiamo farle bene! Non è raro ritrovarsi a cucinare mentre si parla al telefono dando un’occhiata ai figli che stanno giocando… questo è un esempio di carico mentale. Ritrovarsi in situazioni di questo tipo porta non raramente a degli insuccessi, ad esempio è probabile che la cena finisca bruciata, oppure chiusa la telefonata non ricordiamo gli accordi appena presi. I sociologi che hanno studiato questo fenomeno hanno notato che riguarda di più le donne rispetto agli uomini, in quanto solitamente ci si aspetta che sia la donna a gestire le questioni di casa, cosa che deve essere fatta contemporaneamente al far fronte agli impegni professionali. Questo modo di vivere impone un carico mentale continuativo, come se le giornate da affrontare fossero sempre doppie. Al giorno d’oggi la suddivisione dei lavori di casa è un lampante esempio di come ci sia ancora disuguaglianza nella società tra uomini e donne, anche se questa disuguaglianza sta piano piano diminuendo, grazie alla maggiore partecipazione degli uomini alla vita domestica.

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    Chi si trova a vivere situazioni quotidiane con molti impegni tende a organizzare tutto per evitare brutte sorprese. Si sente il bisogno di poter prevedere ogni inconveniente per poterlo fronteggiare. Questo però richiede un grande dispendio di energie mentali tanto da far sentire le persone come se fossero prosciugate. Si arriva al punto di non sopportare più nessuna pressione e di vivere con il timore di dimenticare qualcosa. In questa dimensione di grande stanchezza si iniziano a provare delle emozioni negative, prima fra tutte la rabbia. Ci si sente arrabbiati con sé stessi perché non si riesce a far tutto e a farlo abbastanza bene, e ci si sente arrabbiati con i famigliari perché ci si sente poco aiutati oppure sopraffatti dalle loro richieste. Non è raro, per chi si trova ad avere tanti impegni, ritrovarsi tra le mura domestiche dopo un’intensa giornata di lavoro, e avere l’impressione che inizi non il momento di relax, ma un secondo lavoro! Il provare quasi costantemente rabbia e tensione col tempo porta a soffrire di somatizzazioni, quali mal di testa o mal di schiena. Pur essendo consapevoli di soffrire per il troppo da fare, non si riesce proprio a mollare la presa entrando in un pericoloso circolo vizioso. Si ha come l’impressione di non potersi fermare perché il contributo che si da è indispensabile e nessuno potrebbe sostituirci.

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    Nella mia esperienza di psicoterapeuta ho visto molte coppie vittime del carico mentale. Col tempo il troppo lavoro e la troppa stanchezza compromettono l’equilibrio della coppia. Si tende a litigare anche per cose di poco conto, si è in difficoltà nel chiedere aiuto al coniuge perché si è convinti che lui non sia in grado di fare le cose per bene, o perché si pensa che certe mansioni siano compito della donna, specie per quel che riguarda l’educazione dei figli o le pulizie domestiche. Ci si sente poi frustrati ed inadeguati perché si ha l’impressione di non fare mai abbastanza bene. Purtroppo nella nostra epoca non ci aiutano i mass media, che propongono delle donne di successo in ogni ambito: la donna dei nostri tempi dovrebbe essere molto appagata dal proprio lavoro, essere una madre presente e una partner attenta, nonché dedicare molta cura al proprio aspetto fisico. Avvicinarsi ad un modello di questo tipo è assai arduo, richiede di avere tutto sotto controllo. Per ottenere i riconoscimenti per ciò che si fa bisognerebbe poi fare tutto alla perfezione, altrimenti si teme di essere criticati.

    Gli esperti suggeriscono che sia possibile difendersi un po’ dal carico mentale grazie ad una buona pianificazione delle proprie giornate avvalendosi di supporti. Il nostro cervello infatti è bravo a raccogliere tante informazioni, ma ha difficoltà a conservarle per poi ricordarle ed utilizzarle. È utile perciò, per alleggerire il cervello, utilizzare dei supporti quali una lista, un’agenda, un promemoria per raccogliere le più importanti informazioni. Questo permette al nostro cervello di essere più libero per immergersi completamente nel compito che sta facendo, dando la maggior efficienza possibile. Lo stato di concentrazione ottimale è stato chiamato flow (dall’inglese flusso) e consiste nell’esperienza di sentirsi completamente assorbiti in ciò che si sta facendo per raggiungere il massimo dei risultati.

    Se il carico mentale è così diffuso nella nostra società, probabilmente è perché la società stessa valorizza alcune qualità, quali il coraggio e l’ambizione, mentre altre caratteristiche, quali la moderazione, l’imperfezione e la rilassatezza sono viste come negative.

    Per guarire dal carico mentale bisognerebbe distaccarsi dal bisogno di fare tutto perfettamente e concedersi di essere imperfetti godendo di momenti di relax e, soprattutto, non badare alle eventuali critiche altrui.

    Per maggiori informazioni visita il sito: www.psicoborgaro.it

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