Il Natale è passato. Del fatto che stesse arrivando, in realtà, ce ne eravamo accorti tutti almeno dall’inizio di novembre, quando i supermercati e poi le vie di molte città hanno cominciato ad agghindarsi di abeti finti, lucine e fiocchi di neve e i primi “Babbinatale” hanno iniziato a calarsi dai balconi. Dopo due mesi di attesa trepidante, preparazione spirituale e shopping compulsivo è scoccata la fatidica mezzanotte. Abbiamo mangiato un sacco, bevuto altrettanto e ci siamo scambiati i regali con decine di parenti. Ma in tutto ciò, che cosa è rimasto del Natale? Del Natale innanzitutto di valori morali, indiscutibilmente universali, di pace, di accoglienza, di fraternità, di solidarietà, di amore. A Natale siamo tutti più buoni, si dice, ma questo non ci esonera dall’esserlo gli altri giorni dall’anno. Vediamo spesso, anche in politica, persone che rivendicano come propri i valori natalizi, senza però applicarli nella loro vita reale. Questi valori hanno indiscutibilmente una matrice cristiana. E qui passiamo dunque a chiederci cosa è rimasto di quel Natale più religioso, che è alla fin fine quello originario, per celebrare, per chi crede, la nascita di Gesù Cristo. Anche qui la ricorrenza si sta svuotando di significato. Gli abeti superano i presepi e i parenti al cenone superano i presenti alla messa. Non è un giudizio di merito, ma un dato di fatto. Probabilmente dobbiamo reinterpretarci un po’, dato che non è certamente obbligando i Presidi a fare i presepi nelle scuole che diffondiamo i valori cristiani del Natale. Natale che, comunque, alla fine, è sempre bello. Cercando di vedere la situazione da un punto di vista laico, infatti, il Natale resta un’ottima scusa per vedere persone che altrimenti non vedremmo mai, passare del tempo assieme e volerci un po’ di bene. La grossa pecca consiste nel fatto che non dovremmo farlo solo perché è Natale. Ultimo difetto di questo Natale: troppo caldo. Caldo non per l’atmosfera natalizia ma perché c’erano quasi 20 gradi. Nessun osservatorio metereologico aveva mai osservato temperature così alte. È un segno della crisi climatica in atto. Questo ci ricorda che alla fine, se Gesù è venuto per salvare l’Uomo, è ormai ora che anche l’uomo gli dia una mano e si attivi per salvare se stesso e il pianeta su cui vive.