Era il lontano 1969, quando Gino Merlino nel suo negozio di tendaggi a Caselle gli chiese: “ Matteo, ma perché non vieni a seguire con me la Casellese?”.
Così inizia la lunga storia nel mondo del volontariato di Matteo Jacovelli, storia che lo ha incoronato “Casellese dell’anno 2014” e sulla pergamena consegnatagli vediamo scritto: “Uomo giusto e buono; capace di spendere ogni istante della sua vita per il bene del prossimo”.
Dedica che si coniuga perfettamente con la vita sociale di Matteo. Dove c’era e c’è un’associazione senza scopo di lucro e con fini sociali e aggregativi lì troviamo Matteo.
Quanta storia, quante pagine scritte in silenzio da lui. A noi il piacere e l’onore di portarle alla cronaca e nella cronaca dei ricordi.
Prosegue Matteo ricordando che nel campionato di calcio‘68-‘69 la Casellese ebbe dei problemi economici tali da dover rinunciare all’iscrizione al successivo campionato. Prese le redini della situazione Ezio Quaranta, già giocatore della Juventus, e insieme a Pino Regaldo, Gino Gatti, Gianni Giano, Gino Merlino e Giuseppe Audibussio si trovarono al Monferrato e decisero di autotassarsi e di chiedere fiducia al dottor Trentino, presidente della Federcalcio del Piemonte che permise di iscrivere comunque la Casellese al campionato. La Casellese era salva.
“Così è iniziata la mia storia nel volontariato di Caselle”, prosegue Matteo, che custodisce in casa le tre bandiere cui tiene moltissimo: quella della pace, il tricolore dell’Italia e quella dell’Europa.
Sempre nel 1969 si affaccia alla prima donazione di sangue all’AVIS dove compirà poi un lungo percorso insieme all’allora presidente, il colonnello Norberto Barberis.
Nel giugno del 1988 Matteo preferisce lasciare il calcio e dedicarsi ad altre opere sociali.
Nel 1998 inizia la fattiva collaborazione con la Parrocchia di Caselle: frequenta il corso per poter assumere l’incarico di ministro straordinario dell’eucarestia e viene autorizzato a portare il sacramento della comunione a chi lo desidera.
Si affaccia poi al gruppo Caritas, promuove la raccolta del pane presso le panetterie a fine giornata e lo trasporta tutti i giorni, fino al 2010 al Sermig di Torino, poi alla Caritas di Ciriè fino al 2022. “Purtroppo ad oggi, non abbiamo ancora trovato nessuno che si sentisse di prendersi a cuore questo servizio che è così importante”, prosegue addolorato Matteo.
Quando le due brave suore al servizio dei parrocchiani e dei cittadini, Suor Vincenza e Suor Maria Teresa, lasciano la parrocchia è venuta meno meno la funzione di chi presiedeva il Santo Rosario in occasione del ricordo dei defunti: Matteo assume questo servizio che proseguirà per numerosi anni, fino alla costituzione di un apposito gruppo deputato a tale incombenza.
Il 28 febbraio 2000 fonda il Gruppo Don Bosco, tuttora attivo, che segue e promuove tutti gli eventi sportivi: dal calcio, alla pallavolo alla pallacanestro.
“Ritornando al 1998” prosegue Matteo, “inizia lì la mia collaborazione con il Gruppo Alpini di Caselle, che ho ripreso a frequentare in vista dei grandi festeggiamenti del centenario della sua fondazione”.
Nel 2016 a Matteo viene l’idea di creare un “Monumento ai Caduti senza Croce”. Si attiva con le domande formali al Comune ed ottenuta l’autorizzazione crea all’interno del cimitero un ricordo di questi nostri soldati deceduti e rimasti sconosciuti a tutti.
Più vicino a noi, nel 2000, promuove la nascita del Gruppo Restauro Battuti, che si occupa del recupero delle opere pittoriche interne e dell’antico organo.
Non si ferma neppure con il rischio Covid: nel marzo 2020, quando il blocco di tutte le attività gli impediscono di portare il pane a Ciriè alla mensa della Caritas, lui, nonostante la sua condizione di fragilità, sfida il virus e viaggiando con l’autocertificazione non fa mancare nulla alla lunga fila dei bisognosi che lo aspettano di fianco alla chiesa di San Giuseppe a Ciriè.
Ed è così che, giorno dopo giorno, Matteo Jacovelli arriva a celebrare ora le nozze d’argento con i suoi 25 anni di volontariato in parrocchia ed i 25 anni con gli Alpini, e portandosi dietro gli ormai superati 50 all’AVIS.
Ancora un grazie a Matteo da tutta la Città di Caselle, “Uomo giusto e buono; capace di spendere ogni istante della sua vita per il bene del prossimo”.
I 25 anni di volontariato di Matteo Jacovelli
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