È cominciato un mese fa come una battuta spiritosa dell’amica Silvia Riccio nel gruppo whatsapp di Incontri Letterari. In pochi giorni la febbre del tautogramma è dilagata. Anche chi non voleva lasciarsi coinvolgere troppo ne è stato catturato…” risucchiato, reso rapido riutilizzatore remote reminiscenze”! Un tautogramma (dal greco antico touto gramma, cioè «stessa lettera») è una composizione nella quale tutte le parole hanno la stessa lettera iniziale.
Il fatto sorprendente è che lo sforzo creativo, accanto a una spasmodica ricerca di libertà anticovidiana e uno strano filone di aurea follia ha fatto nascere composizioni divertenti e di elevato tenore semantico.
Altro aspetto davvero singolare è che questi calambour di parole hanno lasciato spazio anche a “buffe bollenti bolle” di allusioni piccanti, a manifesti contro il femminicidio, a riflessioni sulle trasformazioni sociali. La politica è stata appena sfiorata, poche P sono state usate per lei che già inonda “isterica, impudica e irriverente” le nostre giornate “recluse ma resilienti.” Nel nostro passato di letture teatrali avevamo già incontrato le poesie “metasemantiche” di Fosco Maraini, così pazzerelle, assolutamente prive di significato, ma capaci ad una buona lettura (basti pensare al successo straordinario di Gigi Proietti quando leggeva “Il lonfo”) di dare l’impressione di grande logica, grazie al suono familiare alla lingua a cui appartiene il testo stesso e di cui deve rispettare le regole sintattiche e grammaticali. Nel tautogramma il lavoro si fa ancor più difficile perché si tratta di mantenere un senso logico, un ritmo, utilizzando termini che iniziano con la stessa lettera, da ricercare pazientemente anche con l’uso di un buon dizionario dei sinonimi.
Prendendo spunto dalle fonti più disparate come vita quotidiana, mitologia, fiabe, biografie famose, storie bibliche, storia e scienza, gli autori si sono divertiti a creare piccoli capolavori letterari.
Il grande Umberto Eco aveva dato lustro al tautogramma riscrivendo, con gli allievi di un suo corso, la storia di Pinocchio.È lunghissima, ma eccone una riga:
“Pinocchio privo pomodori, panciavuota, pela pere. Poco pasciuto, pilucca picciuolo….”
E non dimentichiamo che perfino nella Bibbia ebraica, nel Salmo 119 ogni ottava è un tautogramma, in cui i versetti iniziano tutti con la stessa lettera.
E Giulio Cesare con il suo “Veni, vidi, vici”? Un tautogramma che abbiamo imparato a memoria. Ci sono dunque precedenti illustri, possiamo regalarci un po’ di follia anticovid!
Sicuramente anche il nostro gruppo può vantare tautogrammatori di classe! Leggete qui:
Scherzando con la O
Ogniqualvolta oltrepassava ostacoli,
ora oppresso ora orgoglioso,
ostentava onorabilità.
Ora, ottantenne onestuomo, osserva ogni occasione offerta,
oltremodo oltraggiosa, offensiva.
Occhiate oblique ornano ombre opache, ovattati ozi odiosi
osservano ohimè oblio oltre orlo oscurità!
(Silvia Riccio)
Vi mando il mio pensiero in P
Non è un messaggio politico. Mi è venuto così.
Porta Pila, pittoresca piazza pseudo parigina.
Personaggi provenienti province piemontesi piazzavano poveri prodotti popolari. Pretendevano prebende parcheggiatori, puttanieri, prostitute, pulotti(!)… prelati.
Povera patria! Porta pazienza!
Passati pochi periodi piazza perdeva pseudonimo .
Purtroppo , poiché piazza poliglotta, problemi permanevano,
però prendeva piede per parvenu patetica passione per Porta Palazzo,
piazza polifunzionale.
Poche proteste per paradiso perduto.
Pianificazione precedentemente programmata perdura più pimpante possibile.
(Annalisa Rabagliati)
Scherzando con la D
Dopo diuturno debilitante digiuno
Diana decise di desistere
dal delirante durissimo disegno
Dritta dinanzi doviziosa dispensa
disse determinata:” Da domani
degusterò decine di dessert, dolci
dolcetti deliziosi.
Diventerò detentrice di doppio
deretano, duramente disapprovato
da detestabili dietologi, desiderato
dopotutto da dissoluti dongiovanni.
(Silvia Riccio)
Ci provo anch’io con la I
Imbelle idiota intona inno Italia immaginando invero inimmaginabile intromissione irlandese.
(Aldo di Gioia)
Scherzando con la N
Navigando nella nordica nebbia, Nelsen, nobile nocchiere norvegese,
nutriva nostalgia napoletana.
Neonato, naufragò nella nobile Nisida, ninfeo nascosto nei nidi napoletani.
Ninfa Nausicaa nascose nanerottolo norreno
nei nodosi noci, nei nocepeschi,
nei numerosi nasturzi nutrendolo nettare.
No narcisista Nettuno, nè nuvole nocive, nocquero Nelsen
nostalgico nocchiere nisidano.
(Silvia Riccio)
Ancora con la P
“Peccato povera me
potevo provare pericolose passioni
pensando però
potevo procurarmi perenni preoccupazioni
pertanto preferisco peccati
piccini però piccantini!
(Mariangela Gabetti)
A… Accidenti!: Eros finito male…
Ardo, avvampo,
aspettando
amoroso amplesso
all’alcova.
Aitante Adone,
adoro ascoltarti
ansimare…
Arrossisco, abbracciandoti.
Attenzione:
angelo alabastro accelera,
accasciandosi
addosso amanti!
(Rosaura Pagliero)
Stiamo pensando a una pubblicazione. Se volete partecipare l’alfabeto è a portata di penna. Per gli …stranieri invito a usare anche Y, W, X, H, J, nella loro lingua! Ma perfino i piemontesi, i napoletani, i siciliani (quante regioni… rosse, gialle, arancioni?) avrebbero qualcosa da scrivere in dialetto e in forma di tautogramma!
Divertitevi e mandate i tautogrammi a:
cmbraido@gmail.com
P.S. Evviva! Da ARLeF, Agenzia regionale per la lingua friulana mi è appena arrivato un tautogramma: “Fevele fantasie, fâti flame, fâti fuee.”( Parla fantasia, fatti fiamma, fatti foglia!)