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sabato, Luglio 27, 2024

    Falsi storici: il caso del dispaccio di Ems

    La storia dell’umanità è disseminata da quello che potremmo definire con un’espressione anglosassone molto usata oggi fake news, ovvero false notizie. Una delle bugie più clamorose fu la Constitutum Constantini, la donazione di Costantino, documento datato 30 marzo 315 nel quale l’imperatore romano Costantino riconosceva l’autorità del papa su tutte le sedi vescovili e le chiese patriarcali d’Oriente e la superiorità del potere spirituale del vescovo di Roma su quello dell’imperatore. Questo atto trovava la giustificazione storica nella narrazione della miracolosa guarigione dalla lebbra di Costantino per opera di papa Silvestro I, il quale lo fece immergere in una piscina per tre volte prima di battezzarlo. Tale storia fu inventata dalla cancelleria vaticana nell’VIII secolo per riaffermare il proprio potere sulle altre chiese e per legittimare la natura politica del suo dominio. A denunciare l’invenzione fu il filologo Lorenzo Valla nel XV secolo, ma ciò non sortì in ogni caso un indebolimento dell’autorità pontificia. Lo stesso Cavour fece uso della menzogna come strumento al servizio dei propri interessi e di quelli dello Stato sabaudo quando architettò un pretesto per provocare la Seconda guerra d’indipendenza. Prima fece passare gli accordi di Plombières con Napoleone III (nei quali si stabiliva che la Francia sarebbe intervenuta a fianco del Piemonte solo qualora fosse stato aggredito) come un soggiorno termale, e poi si fece dichiarare guerra dall’Austria aumentando il numero degli effettivi dell’esercito piemontese e organizzando manovre militari lungo il Ticino.
    In tempi più recenti un diabolico artefice della menzogna di Stato fu il ministro della propaganda del Terzo Reich, Joseph Goebbels, il quale fece credere al popolo tedesco che l’invasione della Polonia del settembre 1939 fu un’azione difensiva e di reazione alle presunte atrocità polacche perpetrate nei confronti della popolazione tedesca. Il 31 agosto fu messo in scena un falso incidente alla frontiera: degli uomini delle SS, travestiti da militari polacchi, attaccarono una stazione radio tedesca a Gliwice. Molte altre furono le storie inventate dal regime nazista che denunciavano incendi di abitazioni di cittadini tedeschi al confine o di aerei civili colpiti dalla contraerea polacca.
    E ancora. Chi non si ricorda delle armi chimiche di distruzione di massa di Saddam Hussein? E che non furono mai trovate? Il dittatore iracheno fu accusato dall’allora governo americano guidato da George W. Bush di aver aiutato i terroristi di Al Qaeda a organizzare gli attentati dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle di New York e di possedere appunto armi chimiche che avrebbero messo a repentaglio tutto il mondo. Alla fine un ingegnere chimico fuggito da Bagdad confessò di essersi inventato tutta la storia della presenza delle armi e che l’aveva raccontata ai servizi segreti tedeschi, i quali a loro volta l’avevano comunicata a quelli americani.
    Ed infine incontriamo il dispaccio di Ems del 1870. Questo documento è un telegramma redatto dal re di Prussia Guglielmo I, manipolato dal cancelliere Otto von Bismarck al fine di provocare una reazione bellica da parte francese.

    In ballo vi era la successione al trono di Spagna dopo l’esilio della regina Isabella II di Borbone. Numerosi furono i candidati provenienti dalle più nobili dinastie europee. Alla fine prevalse un principe italiano, Amedeo di Savoia, duca di Aosta e secondogenito di Re Vittorio Emanuele II, che divenne Re Amedeo I di Spagna. Sia la Francia sia la Prussia avevano proposto i loro candidati, ma il pretendente francese Antonio d’Orléans si dovette accontentare del matrimonio con la sorella di Isabella II in quanto perse il trono uccidendo in duello un parente proprio della regina spagnola. Rimaneva il pretendente prussiano, Leopoldo di Hohenzollern-Sigmaringen, fortemente osteggiato dall’imperatore francese Napoleone III che vedeva nella sua candidatura il pericolo di essere accerchiato come ai tempi di Francesco I e Carlo V nel XVI secolo. Per questo motivo l’ambasciatore transalpino a Berlino, Vincent Benedetti, si incontrò più volte con Guglielmo I, il quale si dimostrò accondiscendente nei confronti della richiesta francese di ritirare la candidatura del principe Leopoldo. Ciò fece infuriare Bismarck, che si diresse immediatamente verso la località termale di Ems con la volontà di presentare le proprie dimissioni. Ma fu lo stesso Napoleone III a cambiare ancora la prospettiva con l’aumento della posta in gioco, richiedendo maggiori garanzie future in merito alla successione al trono spagnolo a Guglielmo I, il quale però rifiutò ulteriori colloqui con l’ambasciatore francese. Il cancelliere prussiano riuscì ad entrare in possesso del dispaccio in risposta alle richieste di Parigi e comprese che eliminando solo le formule diplomatiche avrebbe reso il documento un rifiuto aspro ed offensivo per i francesi. I giornali tedeschi lo pubblicarono il 13 luglio 1870 e venne diffuso in Francia il giorno seguente, il 14 luglio festa nazionale nella quale si celebrava la presa della Bastiglia. Ciò scatenò l’indignazione dell’opinione pubblica e forti proteste che si concretizzarono il 19 luglio con la presentazione della dichiarazione di guerra a Berlino. Bismarck ottenne ciò che desiderava, il conflitto con la Francia. Con un abile piano diplomatico, il cancelliere prussiano ottenne la neutralità di Russia, Austria e Inghilterra e poté dedicarsi alla guerra la quale durò solo alcune settimane e che sancì la dissoluzione dell’impero francese e la nascita di quello tedesco attorno alla Prussia. La cocente sconfitta e la perdita dell’Alsazia e della Lorena aprirono una profonda ferita nella coscienza e nell’orgoglio dei francesi ed è da lì che iniziò a manifestarsi il sentimento di revanche che animò la politica estera di Parigi nei decenni a seguire.
    Il dispaccio di Ems ci insegna che le menzogne vengono raccontate a un pubblico che è disposto a crederle rinunciando alla propria capacità critica.

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