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Comune di Caselle Torinese
sabato, Luglio 27, 2024

    Per Italia ’61 ospitammo una manifestazione aviatoria da sogno, mai vista a Caselle

    In occasione del Centenario dell'Unità d'Italia

     

    Sessant’anni fa, dal 1° maggio al 31 ottobre 1961, a Torino ci furono i festeggiamenti in occasione del centenario dell’Unità d’Italia, ufficialmente Esposizione Internazionale del Lavoro – Torino 1961, che ancora oggi è ricordato con l’appellativo abbreviato di “Italia 61”.
    In quell’occasione si contarono oltre 6 milioni di visitatori, tra cui importanti personaggi come la Regina Elisabetta II e consorte, il mitico Walt Disney, il cosmonauta russo Yuri Gagarin, e uno dei fratelli del presidente Kennedy.
    Vennero anche realizzate importanti infrastrutture come il Palazzo del Lavoro, quello a “Vela” dalle linee avveniristiche (ora snaturato a causa delle Olimpiadi Torino 2006), il Circorama, prima sala cinematografica al mondo con proiezioni a 360°, la bellissima monorotaia con le tre carrozze bianche e rosse che per l’aerodinamica ricordavano la fusoliera di un aereo. Ben presto venne battezzato dai visitatori “Treno-Aereo”.
    Tra i molteplici eventi si possono annoverare anche tre bellissime giornate dedicate all’aviazione, la più importante avvenuta all’aeroporto di Caselle, nei giorni dell’8 e 9 luglio.
    L’Aero Club di Torino, organizzò anche un importante evento come vedremo più avanti.
    Sin dagli albori dell’aviazione, gli eventi aeronautici a Torino hanno sempre riscosso un notevole successo, a partire dalla famosa esibizione di Léon Delagrange dell’8 luglio 1908 in Piazza d’Armi, o la Seconda Esposizione Aeronautica Italiana tenutasi nel mese di aprile del 1910, e sempre lo stesso anno le Gare Aviatorie, e via via con il passare degli anni sempre più numerose.
    Torino è stata anche la culla italiana dei primi costruttori aeronautici come Faccioli, Asteria, Gabardini, SIA, la Fiat Aviazione, l’Aeritalia, ed ancora oggi con la società Leonardo il successo in tutto il mondo continua senza sosta.
    Con un baule di esperienze ultra decennali, nella ex capitale italiana non potevano mancare una serie di eventi dedicati al mondo aeronautico, e così fu.
    Lo scalo di Caselle, fece la parte del leone grazie alla massiccia presenza di decine di aerei, dai piccoli monomotori ai roboanti aerei a reazione di ultima generazione, accostando brillantemente il vecchio ed il nuovo.
    Ad aprire la manifestazione il 9 luglio, furono due panciuti bimotori C-119G, della 46^ Aerobrigata di Pisa, che durante il sorvolo del campo effettuarono il lancio collettivo dei paracadutisti della Associazione Nazionale Paracadutisti, e dei militari del CMP (Centro militare paracadutisti), fra essi diverse ragazze anche giovanissime.
    Fece seguito il piccolo bimotore Beech C-45, con il lancio da 4.000 metri del grande campione Sauro Rinaldi, che dopo la discesa in caduta libera in “volo d’angelo”, a poche centinaia di metri dal suolo aprì il suo paracadute, lasciando dietro di sé una lunga scia di fumo bianco.
    Terminati i lanci, avvenne il decollo mozzafiato del nuovissimo monoreattore Macchi MB.326, pilotato magistralmente dal ten. col. Colagiovanni, aereo da addestramento che riscosse un grande successo di vendite in tutto il mondo. Dallo MB.326, debitamente aggiornato anni dopo vide la luce l’MB.339 che nella versione “PAN”, ancora oggi è l’aereo purosangue delle Frecce Tricolori: che tanto onore danno al nostro Paese con le loro splendide figure acrobatiche, e che proprio quest’anno hanno festeggiato i sessant’anni dalla fondazione.
    Presero parte alle esibizioni in volo anche diversi aerei da diporto e acrobazia come i biplani d’epoca Stampe SV.4 condotto dal notissimo pilota Notteghem ed il Bücker Bu 133 “Jungmeister”, pilotato dallo svizzero Hansredi Ruesch, un figlio d’arte. Sarà proprio con un Bücker Ruesch, che il famoso architetto, scultore, fotografo e aviatore acrobatico, Carlo Mollino si esibiva all’Aero Club Torino e non solo, con figure acrobatiche di prim’ordine.
    Se i biplani ricordavano già allora i tempi passati, l’incantesimo svanì con il passaggio del roboante Dassault Super Mystère, basato a Digione, per la prima volta nei cieli italiani. Al termine dell’esibizione in fase di atterraggio per la troppa velocità si strappò il paracadute freno, finendo la corsa a fondo pista dell’aeroporto, per fortuna senza alcuna conseguenza.
    Passata l’emozione dell’atterraggio dell’aereo francese, ecco che iniziarono le splendide evoluzioni del bimotore Piaggio P.166, magistralmente pilotato dai capitani Manlio Quarantelli e Marchesi. Anche in questo caso, il velivolo italiano riscosse un discreto successo di vendite specialmente in Australasia, negli USA, ed in Sud Africa. In Italia è stato impiegato dalla nostra Aeronautica Militare, dalla Guardia Costiera e della Guardia di Finanza, e dalla Scuola di volo dell’Alitalia.
    All’epoca “Gelsomino” era un nome che in “Aeronautica” significava qualcosa, perché dietro a questo fiorito nomignolo si celava il col. Salvi, uno dei più celeberrimi piloti acrobatici di Campoformido e Gorizia. Salvi si esibì con un monoplano cecoslovacco Zlin 226 dell’Aero Club Torino (spesse volte pilotato anche dal Mollino: nell’abitacolo faceva bella mostra una foto di una graziosa fanciulla senza veli), esibendosi in voli rovesci a filo “erba” tanto era basso, cosa impensabile oggi.
    Alla manifestazione si sono esibiti anche i silenziosi alianti, il primo trainato in quota da un Meteor F.L. 55 fu l’L.O 100, dell’acrobatico tedesco Felderbaum, anche lui con voli rasoterra meritandosi calorosi applausi del pubblico entusiasta da tanta bravura.
    Il silenzio del volo librato venne subito interrotto da dodici tonanti Dassault Mystère IVA della Patrouille de France, che con le loro scie del tricolore transalpino allietarono le migliaia di persone presenti sul campo e nei prati limitrofi dell’aeroporto.
    Ovviamente non potevano mancare anche due prodotti di casa Fiat Aviazione.
    Il primo ad esibirsi fu il monomotore ad elica G.59, velivolo derivato dal G.55 del secondo conflitto mondiale, condotto dal compianto magg. Riccardo Peracchi, un vero binomio “uomo-macchina”, colui che con le sue insuperabili doti di volo portò al grande successo di vendite del Macchi M.B.326.
    Non erano ancora terminate le splendide figure acrobatiche del G.59, che all’orizzonte profilarono due possenti North American F-100, monoreattori supersonici, dell’USAF di base ad Aviano, in Friuli, che effettuarono una serie di tre passaggi raffiguranti un attacco a bassa quota.
    Il secondo aereo di casa Fiat fu il G.91, con ai comandi nuovamente il ten. col. Colagiovanni, esibendosi in tutta una serie di manovre, dimostrò la validità intrinseca di volo del piccolo “Sabre” vincitore del concorso NATO, spiazzando agguerriti concorrenti stranieri.
    Alla fine dell’esibizione il pilota portò l’aereo a rullare diagonalmente sul prato erboso dell’aeroporto, confermando la capacità del velivolo di operare anche su piste non preparate, prima di raggiungere il suo parcheggio.
    Dopo il frastuono degli aerei a reazione, nuovamente il silenzio venne rotto solo da piccoli sibili dei vortici dell’aria causati dall’esibizione dell’aliante C.V.V. 6 “Canguro” pilotato dal col. Mantelli, uno dei “grandi” dell’epoca ed ex pilota da caccia della Seconda Guerra Mondiale. Il velivolo contrariamente al solito traino con l’aereo venne eccezionalmente portato in volo da un elicottero Agusta-Bell AB 47 G2.
    Mentre l’aliante continuava a librarsi leggero nell’aria apparve una formazione di ben 48 (dicasi 48!) caccia a reazione della 1^ Regione Aerea italiana: 12 G.91, 12 F-86K, 12 F-84F e 12 RF-84F, divisi in pattuglie di tre composte da quattro velivoli cadauna, in formazione a “V” rovesciata.
    Ormai la grande “giostra” aerea stava per concludersi e la giornata aviatoria terminò con l’esibizione della neo costituita “Pattuglia Acrobatica Nazionale” delle Frecce Tricolori, allora composta solo da sei Canadair (North American) CL-13 Sabre Mk.4, meglio conosciuti semplicemente come F-86E. La formazione era guidata magg. Mario Squarzina.
    I velivoli, allora dipinti di nero con una freccia stilizzata tricolore, erano parcheggiati nel piazzale di Caselle, e nel rullare prima di imboccare la pista, sfilarono in fila indiana dinnanzi alla folla.
    Il decollo in pattuglia si compose di cinque aerei in formazione a cuneo a cui si aggiunse il “fanalino di coda”, formando da subito la prima figura completa, per poi iniziare immediatamente le varie manovre acrobatiche.
    Inutile descrivere tutte le figure che vennero brillantemente compiute ma tra le più spettacolari furono quella del “doppio tonneau” e la “bomba” a 45° con un fragoroso incrocio a bassa quota, tutte figure ereditate dalla precedente pattuglia acrobatica dei “Getti Tonanti” (visti in precedenza a Caselle).
    Le manovre dell’esibizione terminarono con l’immancabile “bomba” inversa a cinque con il solista che si infila nell’imbuto delle scie tricolori dei suoi colleghi, concludendo l’incrocio sincronizzato e l’atterraggio finale.
    Con la Pattuglia Acrobatica si concluse la bellissima giornata aviatoria, grazie anche alle condizioni meteo che favorirono questa grande festa dell’aria, allietando oltre 100.000 persone assiepate non solo in aeroporto ma anche nei prati adiacenti allo scalo torinese, giunte con ogni mezzo allora disponibile.
    Questa grande avventura era stata resa possibile grazie alla organizzazione dell’Aero Club Torino, della Sagat, gestore dell’aeroporto, e dalla Associazione Arma Aeronautica al suo IV raduno nazionale, nonché con il grande contributo della Fiat di Torino.

     Gli F-86E della PAN mentre sfilano davanti al folto pubblico.

     

     

     

     Basso passaggio del Fiat G.59 (foto Sergio Mapelli)

     

    Maestosa virata fumante di 12 Mystère IVA della Patrouille de France

     

     

    Passaggio in formazione a freccia dei sei F-86E italiani (foto Sergio Mapelli)
    Foto 6:

     

    La spettacolare “bomba” della PAN (foto Sergio Mapelli)

    Grave tragedia con due morti dopo la manifestazione aerea
    Terminata la bellissima giornata aviatoria, favorita anche dal bel tempo, l’imponente folla di oltre “centomila” persone, quasi tutte contemporaneamente si avviarono verso l’uscita dell’aeroporto per ritornare alle loro abitazioni.
    Molte persone si erano dirette alla fermata della ferrovia della Cirié-Lanzo della Fiat Avio a Caselle Nord, che allora disponeva di una semplice ed unica banchina su un solo lato lunga una quarantina di metri.
    Fu così che in poco spazio si accalcarono migliaia di persone, che cercavano di contendersi i posti in prima fila per poter salire sul primo convoglio, nonostante i ferrovieri inducessero alla calma avvisando che ogni dieci minuti vi era un treno in arrivo. Ma si sa cosa capita in queste situazioni, purtroppo.
    Il primo convoglio in arrivo da San Maurizio Canavese, non era ancora fermo che la folla iniziò a spingere per salire sui vagoni. In prima fila c’erano Giuseppina Ruffinando, sarta di 47 anni ed il figlio Pier Carlo di 27 anni con a fianco il pensionato Paolo Nattini di 65 anni, tutti residenti a Torino.
    Come uno tsunami, i presenti iniziarono a spingere per salire per primi incuranti a cosa potevano andare incontro, ed il figlio Pier Carlo capita la situazione decise di spostarsi sul lato opposto, dove vi era solo il prato, dicendo alla madre che in quel modo sarebbero saliti senza problemi. La madre invece a causa dell’altezza del predellino del vagone non era in grado di farlo.
    Il ragazzo andò solo dicendo alla madre e al pensionato che avrebbe riservato i posti sulla prima carrozza dopo il locomotore “302”, condotto da Enrico Carisio, e mentre il treno non si era ancora arrestato la folla quasi impazzita, aprì le porte dei vagoni, tenendosi in assetto precario alle maniglie facendosi addirittura trascinare con i piedi sulla pensilina. Cose da pazzi.
    Appena il figlio salì, cercando di tenere i posti per la madre ed il pensionato, si sentì un urlo straziante della folla che diceva che delle persone erano finite sotto le ruote del treno. Al figlio oltre alla curiosità venne un presentimento così quando scese vide una scarpa della madre sulla banchina rendendosi subito conto della tragedia che lo colpì.
    Purtroppo la donna morì sul colpo, mentre il pensionato, anch’esso caduto, decedette alcuni giorni dopo nonostante fosse stato sottoposto al Maria Vittoria di Torino ad un delicato intervento chirurgico.
    La notizia dell’incidente giunse quasi subito alla vicina officina della Fiat Avio che, mise a disposizione l’ambulanza aziendale per soccorrere i feriti bisognosi di cure.
    Nel frattempo dall’aeroporto si era già levato in volo l’Alouette II della SIGE (Società Italiana Gestione Elicotteri), diretto a Torino pilotato dal comandante Borzon che vista dall’alto la scena attorno al treno non esitò un attimo atterrando per sistemare sulle barelle fissate ai pattini, due persone prive di sensi portandole con rapidità all’ospedale “Baulino” di Caselle.
    Molte altre persone riportarono ferite leggere venendo soccorse dalla Croce Rossa.
    Purtroppo una bella giornata di sole e di festa conclusasi tragicamente.
    Cento aeroplani al raduno torinese
    Nella tre giorni aviatoria torinese svoltasi dal 7 al 9 luglio 1961, in concomitanza dei festeggiamenti di “Italia 61”, sul campo volo dell’Aeritalia, sede dell’Aero Club di Torino appena intitolato al compianto “Edoardo Agnelli”, si era svolto uno dei più importanti avioraduni italiani, con la presenza di oltre cento velivoli da diporto.
    Gli equipaggi provenivano da Belgio, Francia, Svizzera, Italia ed anche dagli Stati Uniti, coronando un’impresa fantastica che ha premiato le fatiche degli organizzatori.
    Per i radunisti è stata anche l’occasione di partecipare al “Primo giro aereo dei Castelli”, gara di precisione in base alle diverse categorie di aerei, sorvolando sia i castelli piemontesi che siti turistici di rilievo. Fu una competizione agonistica del tutto amichevole composta da equipaggi misti di non solo uomini ma anche da aviatrici famose come la comandante Carina Negrone di Genova, detentrice di molti record aeronautici come quello di altezza con 12.043 metri senza ossigeno, su di un Caproni 113 decollato da Montecelio (Roma) o il record del 19 giugno 1954 effettuato con un Piaggio P.136 anfibio, volando da Ghedi (Brescia) fino a Luxor per una distanza di 2.987 km senza scalo in 13 ore e 34 minuti. Fu anche presidentessa dell’A. C. di Genova.
    La gara fu vinta da una donna, l’attrice Vanna Vivaldi, di Parma, su di un piccolo monoplano Francis Lombardi FL.3, l’unica stella teatrale ed attrice italiana, a solcare le vie dell’aria.
    Una quarantina dei partecipanti avevano preso parte, il giorno prima, venerdì 7 luglio alla “1.000 chilometri aerea internazionale”, sul tragitto Roma-Venezia-Torino, raid organizzato dall’Aero Club d’Italia di Roma, per celebrare il cinquantenario della sua fondazione.
    Nella serata del 9 luglio, tutti i reduci delle competizioni e i partecipanti alla manifestazione aerea di Caselle, si ritrovarono al palazzo di “Torino Esposizioni”, accolti dal presidente dell’A.C Torino, l’avvocato Giovanni Agnelli, e dalle più alte cariche delle istituzioni civili e militari dell’epoca che presero parte ai festeggiamenti.

     

    Panoramica del raduno all’Aero Club di Torino (foto: Vittorio Valesio)

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