Alessandro Bottone e Don Montabone

Casellesi celebri

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Patriota e politico, eletto nel collegio di Caselle
Alessandro Bottone

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Sulla lapide che compare sul porticato di entrata del Municipio di Caselle, che sotto fedelmente abbiamo riportato, effigie e scritta, c’è un po’ tutta la storia di questo personaggio che sembri sfiori Caselle ma invece ne è stato parte attiva. Da sottolineare che manca la data, ma sappiamo che l’autore dell’epigrafe fu il senatore socialista Lorenzo Valerio (1810-1865) che fu il direttore del quotidiano torinese La Concordia (1847-1850), che lottò duramente contro le idee di Cavour.
La lapide recita esattamente cosi:
“Qui l’effigie del cavaliere Alessandro Bottone di s. Giuseppe nato in Gassino il 24 maggio 1799 e morto a Torino il 17 gennaio 1858. Cittadino – magistrato – municipale – rappresentante del popolo. La vita intera di Alessandro Bottone fu un inno alla virtù – fu un continuo sacrificio alla patria italiana.
II collegio di Caselle lo volle per 10 anni deputato nei nazionali consigli ed ora alcuni colleghi e amici dolenti per tanta perdita affidano questa lapide commemorativa al municipio di Caselle affinché il nome di lui rimanga perpetuamente in riverenza e amore. con tali cittadini le nazioni conquistano i supremi diritti per l’indipendenza e la libertà.
Pensino i posteri a conservarli con eguale virtù. Lorenzo Valerio “
Aggiungiamo a quanto scritto sulla lapide alcune note biografiche, attinte da un articolo di don Miniotti del 1975, per inquadrarne meglio il personaggio. Alessandro Bottone discendeva dalla illustre famiglia appunto dei Bottone, conti di Castellamonte e Signori di Lessolo; proprietari dello antico complesso che portava il loro nome alla Fornace Nuova, presso il gerbido di Grugliasco; proprietà che nel ‘700 passò al marchese Fausone di Montaldo. Il cavaliere Alessandro Bottone letterato e particolarmente incline a ogni ramo delle scienze politiche partecipò attivamente alla vita di Caselle che in quel tempo aveva come sindaco era il generale Luigi Guibert.
Uno dei primi obiettivi di Bottone fu la scuola per migliorarla e renderla più funzionale. Anche per questo fu importante definire compiutamente, dopo lunghe trattative, la vertenza con i Padri Servi di Maria padroni dell’antico Convento. L’atto d’acquisto fu firmato il 30 novembre del 1848. Da quel momento, avendo disponibili i locali, divenne l’edificio del Municipio di Caselle ma anche della Scuola Elementare. Infatti, dal 1848 al 1854, fu anche la sede del primo complesso scolastico di Caselle. Altra opera alla quale si dedicò Alessandro Bottone fu la Società di Mutuo Soccorso di Caselle, che ebbe ufficialità con lo Statuto Albertino. Dalla sua costola nacque nel 1851 la Società Generale degli Operai.

Ma il nostro cavaliere non si fermò qui perché si occupò di riordinare la situazione dell’Ospedale Santo Spirito, che poi divenne il Baulino. Lo liberò dall’attiguo cimitero che ne impediva lo sviluppo necessario a rendere più confortevole il soggiorno dei ricoverati. Infine nel suo testamento il cav. Bottone lasciava una somma destinata alla Congregazione di Carità di Caselle, in parte destinata a premi per gli scolari migliori delle Scuole Elementari.

Parroco di San Giovanni dal 1877 al 1894

Giuseppe Montabone

Ci sono uomini che costituiscono un punto di riferimento per intere generazioni. Essi sono dei veri maestri, che ebbero il dono di partecipare alla comunità del loro tempo le ricchezze della loro anima e della loro cultura, lasciando segni caratteristici pieni di umanità e di fede.
Don Giuseppe Montabone, arciprete e parroco della chiesa di san Giovanni Evangelista di Caselle Torinese dal 1877 al 1894 è certamente uno di questi: “Visse e testimoniò la sua vocazione, con gente di ogni età o condizionò, fervente animatore di opere molteplici di vero pastore e di padre”.
Così scrive don Miniotti a proposito del suo predecessore nel numero di marzo 1977 di Cose Nostre nel centenario della entrata nella parrocchia.
Don Giuseppe Montabone fu eletto a parroco di Caselle che a aveva 36 anni. Era giovane, alto e aitante, una capigliatura riccia, un parlare che affascinava, era pertanto logico da parte della popolazione accoglierlo benevolmente al suo arrivo l’8 luglio del 1877: era di domenica, con entusiasmo perché da lui si aspettava se non altro una ventata di freschezza nell’operare per la comunità.
E la gente non fu delusa perché don Montabone da subito diede l’avvio a una serie di iniziative atte sia migliorare sia la chiesa, sia a favore dei fedeli, soprattutto dei più poveri, dei più bisognosi. Fu un dono di Dio ai Casellesi.
Tra le tante iniziative don Montabone, che era musico e cantore, riorganizzò la cantoria; sistemò l’archivio parrocchiale, e tante altre cose. Tre le sue direttrici principali alle quali dava tutto: la carità, la pietà e l’amore alla sua chiesa. Era apprezzato perché sapeva animare i parrocchiani all’ottimismo, anche per questo il suo ministero sacerdotale, fatto non solo di parole ma di realtà, ha lasciato un ricordo vivo e incolmabile.
La sua morte improvvisa avvenuta il 13 dicembre del 1894, in giovane età – aveva 53 anni – dopo appena 17 anni di parrocchia. La sua tomba divenne metà di pellegrinaggi di moltissimi fedeli.
Alcuni cenni biografici di don Giuseppe Montabone ci dicono che nacque a Collegno nel 1841, frequentò il Seminario di Susa e fu ordinato sacerdote. Celebrò la su prima messa nella parrocchia di Collegno, e poi venne destinato come vice parroco a Racconigi. Da lì fu poi mandato come cooperatore a Castelnuovo, nella patria di don Bosco. Poi morto il teologo Dellacà che era parroco di San Giovanni, Montabone giunse a Caselle.

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