Questo mese il dottor Gabriele Naddeo, notaio in Caselle, ha voluto porre alla nostra attenzione alcune sentenze della Suprema Corte di Cassazione inerenti ai capitoli legati a successioni e contratti di vendita. Da leggere con particolare attenzione le due sentenze che ci parlano di successione “ mortis causa”. Buona lettura.
Cassazione, ordinanza 11 novembre 2021, n. 33479, sez. VI – 2 civile
Successioni “mortis causa” – Disposizioni Generali – Rinunzia All’eredità – Impugnazione da Parte dei Creditori – Infruttuosa decorrenza del termine assegnato al chiamato in seguito ad “actio interrogatoria” – Rimedio concesso ai creditori – Azione ex art. 524 c.c. – Sussistenza – Fondamento
Se un debitore riceve un’eredità e vi rinuncia, i suoi creditori possono far revocare questa rinuncia in modo tale da poter aggredire i beni ereditati dal loro debitore. Secondo la Corte di Cassazione questo tipo di azione può essere esperito sia in caso di rinuncia immediata ed espressa, sia nel caso della cosiddetta cd.”actio interrogatoria” ex art. 481 c.c., essendo le due ipotesi assimilabili dal punto di vista del pregiudizio arrecato alle ragioni dei creditori del chiamato. Questo tipo di azione si ha tutte le volte che il soggetto chiamato all’eredità, che ha diritto di accettare o rinunciare l’eredità stessa, indugi nel procedere in merito: a questo punto, altri soggetti aventi interesse possono agire di fronte al giudice e chiedere che venga ordinato al chiamato all’eredità che accetti o rinunci alla stessa.
Cassazione, sentenza 9 novembre 2021, n. 32804, sez. II civile
Successioni “mortis causa” – Successione necessaria – Reintegrazione della quota di riserva dei legittimari – Azione di riduzione (lesione della quota di riserva) – Determinazione della porzione disponibile – Riunione fittizia – Riunione fittizia Ex Art. 556 C.C. – Criteri – Attualità e certezza dei debiti – Necessità – Garanzia fideiussoria prestata dal “de cuius” – Deducibilità – Condizioni
Nella formazione della massa per la individuazione della porzione disponibile, ex art. 556 c.c., analogamente a quanto accade per la determinazione della base imponibile ai fini dell’imposta di successione, si detrae dal valore dei beni relitti solo quello dei debiti del defunto aventi esistenza attuale e certa, fatta salva la reintegrazione della legittima, previa rettifica del calcolo allorché il debito venga ad esistenza in un momento successivo; ne consegue che il debito derivante dalla fideiussione prestata dal “de cuius” è detraibile se e nella misura in cui sia dimostrata l’insolvibilità del debitore garantito o l’impossibilità di esercitare l’azione di regresso.
Cassazione, ordinanza 10 dicembre 2021, n. 39369, sez. II civile
Contratti – Vendita – Vendita immobiliare – Certificato di abitabilità – Mancata consegna – Risoluzione per inadempimento del venditore – Condizioni
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in epigrafe, conferma che la mancanza del certificato di agibilità può essere oggetto di risoluzione del contratto nel solo caso in cui la mancanza del certificato corrisponda ad effettive patologie e a effettivi vizi insanabili del fabbricato che, per loro natura, impediscano la concessione e/o il rilascio di tale certificato. La Corte di Cassazione, in altri termini, non àncora alla sola mancanza documentale la validità o meno del contratto. In tema di compravendita, si ha consegna di aliud pro alio che dà luogo all’azione contrattuale di risoluzione o di adempimento, ai sensi dell’art. 1453 c.c., svincolata dai termini di decadenza e prescrizione previsti dall’art. 1495 c.c., qualora il bene venduto sia completamente diverso da quello pattuito in quanto, appartenendo ad un genere diverso, si riveli funzionalmente del tutto inidoneo ad assolvere la destinazione economico-sociale della res venduta e, quindi, a fornire l’utilità richiesta.