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martedì, Marzo 19, 2024

    Bombe alla Commenda

    L’interrogazione di Endrio Milano, la risposta dell’Amministrazione e la controreplica

    C’è una vicenda bellica relativa alla Seconda Guerra Mondiale ricordata da un articolo uscito su Cose Nostre del febbraio 2019 e dedicato alle incursioni aeree su Caselle e sul suo aeroporto. La vicenda è quella del bombardamento del 10 dicembre 1942 che provocò un incendio alla Cascina Commenda. Alcune bombe – sembra in numero di tre – rimasero inesplose e si conficcarono nel terreno acquitrinoso a circa 150 metri dalla cascina.

    A 80 anni di distanza, a nome della lista Progetto Caselle 2027, il consigliere capogruppo Endrio Milano ha il 1° dicembre formalizzato in un’interrogazione scritta alcuni quesiti, ed in particolare:

    • se l’esistenza delle suddette bombe risulta al catasto, come prescritto dalla Direzione di Artiglieria con una nota nel 1943, o se risultano nelle carte del Piano Regolatore;
    • se nel Piano di Emergenza di Protezione Civile è prevista l’Analisi del Rischio derivante dal ritrovamento e brillamento di ordigni bellici inesplosi;
    • quali provvedimenti intende prendere l’Amministrazione Comunale per la bonifica dell’area.

    Le risposte dell’Amministrazione Comunale:

    • dalle visure catastali non si riscontrano sulle mappe indicazioni sull’eventuale presenza di ordigni bellici;
    • la scheda normativa del PRGC vigente relativa all’area produttiva ubicata in loco prevede “Nell’area industriale situata nei pressi della Cascina Commenda si stabilisce l’obbligo di eseguire sondaggi e bonifica da residuati bellici prima di realizzare qualsiasi intervento edilizio”;
    • nella variante generale al PRGC vigente in corso di redazione si estenderà la prescrizione sopra riportata a un’area più estesa rispetto alla zona IN1, in maniera da comprendere tutta l’area della località;
    • il Piano Comunale di Protezione Civile al punto 3.11 della Sezione III (scenari di rischio) fa riferimento ad incidenti ferroviari, stradali, esplosioni, crolli di strutture;
    • le procedure di bonifica dell’area sono gestite dal Ministero Difesa e dall’autorità militare competente per il territorio attraverso un progetto di bonifica bellica.

    A fronte di queste risposte il consigliere Milano si dichiara insoddisfatto: “Nella risposta il Sindaco ci dice che la legge non gli impone di far nulla. Invece, a mio giudizio, un’Amministrazione Comunale seria, di fronte ad un potenziale pericolo per l’incolumità delle persone, dovrebbe quanto meno adottare un protocollo che preveda la verifica documentale d’archivio (e qualche documento c’è già) per la conferma del pericolo potenziale esistente; e poi la valutazione del rischio da parte di una impresa specializzata, iscritta all’Albo tenuto dal Ministero Difesa. Solo dopo queste verifiche si potranno prendere decisioni conseguenti”.

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    Paolo Ribaldone
    Paolo Ribaldone
    Dopo una vita dedicata ad Ampere e Kilovolt, ora dà una mano a Cose Nostre

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