Si prenda a Volpiano l’autostrada A5 della Valle d’Aosta da percorrere
fino all’uscita del casello autostradale di Point Saint Martin dove ci
si immette sulla strada statale SS26 da percorrere in direzione Aosta.
Strada facendo si supereranno Donnas, Bard e Hone prima di raggiungere
all’inizio del territorio del comune, sulla destra della strada, il
cippo in pietra recante il “Benvenuto ad Arnad”. Si prosegue oltre, alla
prima strada a destra si svolta diretti alla frazione Champanolaz dove
a un bivio iniziano susseguendosi le indicazioni per Machaby. Giunti
alla frazione Pied de Ville si svolta a destra poi ai bivi che seguono
la svolta è a sinistra per il primo e a destra al secondo. Proseguendo si
raggiunge alla destra l’imbocco della strada lastricata di accesso a
piedi al Santuario della Madonna delle Nevi di Machaby. Possibilità di
parcheggio sul lato sinistro, altrimenti si prosegue per poche decine di
metri per giungere gli spiazzi del Parking Lomasti. All’imbocco della
strada lastricata inizia l’escursione che sale al Santuario di Machaby
(696 m s.l.m) (15’), posto a mezza costa in splendida posizione immerso
nel folto bosco di castagni. Di origine trecentesca, ricostruito nel
1687, è interessante per le opere architettoniche ed artistiche, custode
di numerose testimonianze di fede. Festa il 5 di agosto. Proseguendo
sulla ex strada militare si giunge pressoché in piano ad un’ampia sella
dove nel 1890 fu realizzato il “Forte Tenente Luccini” (724 m) (5’/20’)
parte integrante della linea fortificata a rinforzo del forte di Bard.
Completamente restaurato, è stato di recente inaugurato come Ostello
della gioventù. Nelle vicinanze è pure presente l’agriturismo Lo Dzerby.
A poche decine di metri a SE si possono raggiungere le case di Machaby
(723 m). Deviamo alla sinistra per continuare a seguire la strada
militare la quale con ampi tornanti sale nel bosco di castagni e faggi
per raggiungere Lo For (831 m) (18’/38’), località dove erano piazzati
sei cannoni da 149G in barbetta della Batteria Machaby. Durante la
Resistenza fu luogo di rifugio per bande partigiane operanti nella bassa
valle, in contatto attraverso il Col Fenetre con i gruppi operanti nella
bassa valle del Lys. Serpeggiando tra rocce montonate, erosioni causate
dal passaggio dell’antico ghiacciaio, superiamo le case di Arbenache
(918 m) (14’/52’). Pare che a designare il nome ‘montonate’ sia stato
certo Benedict de Saussure esploratore alpino che vide, in queste
formazioni rocciose levigate, la somiglianza con le parrucche dei nobili
francesi coetanei del XVIII secolo che usavano grasso di montone per
tenere a posto i capelli, di conseguenza: ‘moutonnee’ – montonate.
Percorriamo un lungo tratto in salita ed arriviamo alle case di La Cou
(1372 m) (58’/110’). Deviamo ad Oso per la Tete de Cou (1410 m). È un
balcone a picco sul forte di Bard, dove sorgevano le fortificazioni
della Cou, vigili sentinelle sulla sottostante valle principale. Vasto e
bellissimo il panorama. Ritorniamo alle case di La Cou per seguire alle
loro spalle il sentiero il quale alterna tratti a mezza costa a brevi
salite, attraversa brevi impluvi e superando altri trecento metri di
quota ci conduce al Col de Fenetre (1673 m) (55’/165’). Il colle già
utilizzato ai tempi dei Salassi, abitanti della Valle d’Aosta prima
dell’occupazione dei Romani, venne utilizzato nel Medio Evo dai
commercianti che si recavano da Perloz attraverso Machaby alle fiere del
nord Europa onde evitare di passare per Bard, così da saltare uno dei
tanti posti di pedaggio lungo la strada delle Gallie. Tracce di antiche
fortificazioni visibili sui due versanti della cresta testimoniano che
nel Seicento il colle fu anche utilizzato dalle truppe per la sua
facilità di transito.
Il ritorno è sul percorso dell’andata.
Cartografia: 1:20.000 ed. MU Valle Dora Baltea Canavesana