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Comune di Caselle Torinese
martedì, Novembre 5, 2024

    Il Vallone di Machaby, verso il Col de Fenetre

    Nella bassa Valle d'Aosta

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    Si prenda a Volpiano l’autostrada A5 della Valle d’Aosta da percorrere
    fino all’uscita del casello autostradale  di Point Saint Martin dove ci
    si immette sulla strada statale SS26 da percorrere in direzione Aosta.
    Strada facendo si supereranno Donnas, Bard e Hone prima di raggiungere
    all’inizio del territorio del comune, sulla destra della strada, il
    cippo in pietra recante il “Benvenuto ad Arnad”. Si prosegue oltre, alla
    prima strada a destra si svolta diretti alla frazione Champanolaz dove
    a un bivio iniziano susseguendosi le indicazioni per Machaby. Giunti
    alla frazione Pied de Ville si svolta a destra poi ai bivi che seguono
    la svolta è a sinistra per il primo e a destra al secondo. Proseguendo si
    raggiunge alla destra l’imbocco della strada lastricata di accesso a
    piedi al Santuario  della Madonna delle Nevi di Machaby. Possibilità di
    parcheggio sul lato sinistro, altrimenti si prosegue per poche decine di
    metri per giungere gli spiazzi del Parking Lomasti. All’imbocco della
    strada lastricata inizia l’escursione che sale al Santuario di Machaby
    (696 m s.l.m) (15’), posto a mezza costa in splendida posizione immerso
    nel folto bosco di castagni. Di origine trecentesca, ricostruito nel
    1687, è interessante per le opere architettoniche ed artistiche, custode
    di numerose testimonianze di fede. Festa il 5 di agosto. Proseguendo
    sulla ex strada militare si giunge pressoché in piano ad un’ampia sella
    dove nel 1890 fu realizzato il “Forte Tenente Luccini” (724 m) (5’/20’)
    parte integrante della linea fortificata a rinforzo del forte di Bard.
    Completamente restaurato, è stato di recente inaugurato come Ostello
    della gioventù. Nelle vicinanze è pure presente l’agriturismo Lo Dzerby.
    A poche decine di metri a SE si possono raggiungere le case di Machaby
    (723 m). Deviamo alla sinistra per continuare a seguire la strada
    militare la quale con ampi tornanti sale nel bosco di castagni e faggi
    per raggiungere Lo For (831 m) (18’/38’), località dove erano piazzati
    sei cannoni da 149G in barbetta della Batteria Machaby. Durante la
    Resistenza fu luogo di rifugio per bande partigiane operanti nella bassa
    valle, in contatto attraverso il Col Fenetre con i gruppi operanti nella
    bassa valle del Lys. Serpeggiando tra rocce montonate, erosioni causate
    dal passaggio dell’antico ghiacciaio, superiamo le case di Arbenache
    (918 m) (14’/52’). Pare che a designare il nome ‘montonate’ sia stato
    certo Benedict de Saussure esploratore alpino che vide, in queste
    formazioni rocciose levigate, la somiglianza con le parrucche dei nobili
    francesi coetanei del XVIII secolo che usavano grasso di montone per
    tenere a posto i capelli, di conseguenza: ‘moutonnee’ – montonate.
    Percorriamo un lungo tratto in salita ed arriviamo alle case di La Cou
    (1372 m) (58’/110’). Deviamo ad Oso per la Tete de Cou (1410 m). È un
    balcone a picco sul forte di Bard, dove sorgevano le fortificazioni
    della Cou, vigili sentinelle sulla sottostante valle principale. Vasto e
    bellissimo il  panorama. Ritorniamo alle case di La Cou per seguire alle
    loro spalle il sentiero il quale alterna tratti a mezza costa a brevi
    salite, attraversa brevi impluvi e superando altri trecento metri di
    quota ci conduce al Col de Fenetre (1673 m) (55’/165’). Il colle già
    utilizzato ai tempi dei Salassi, abitanti della Valle d’Aosta prima
    dell’occupazione dei Romani, venne utilizzato nel Medio Evo dai
    commercianti che si recavano da Perloz attraverso Machaby alle fiere del
    nord Europa onde evitare di passare per Bard, così da saltare uno dei
    tanti posti di pedaggio lungo la strada delle Gallie. Tracce di antiche
    fortificazioni visibili sui due versanti della cresta testimoniano che
    nel Seicento il colle fu anche utilizzato dalle truppe per la sua
    facilità di transito.
    Il  ritorno è sul percorso dell’andata.
    Cartografia: 1:20.000 ed. MU  Valle Dora Baltea Canavesana

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