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martedì, Marzo 19, 2024

    La generazione TikTok e il futuro dei giornali

    Da quando il Direttore, Elis Calegari, mi ha chiesto di entrare a far parte della squadra di “editorialisti” di Cose Nostre, ci siamo ritrovati spesso a interrogarci su quale possa essere il futuro dell’editoria e, più nello specifico, come evolveranno nel tempo progetti come “Cose Nostre”. La generazione di chi si informa velocemente attraverso smartphone e social media, sta prendendo via via il posto di chi è cresciuto sfogliando i giornali cartacei. In generale il mondo dell’informazione giornalistica non versa in buone condizioni, ritrovandosi spesso costretta ad abbassare il livello editoriale, pubblicando contenuti che sono finalizzati più ad “acchiappare i clic” che ad informare. Per tentare di indovinare qual è la rotta da seguire, è necessario acquisire e analizzare un po’ di dati, che ci aiutino a comprendere meglio lo scenario in cui ci muoveremo nei prossimi anni.

    Secondo un recente sondaggio condotto da Deloitte sulle tendenze dei media digitali, gli adolescenti nella coorte della Gen Z (di età compresa tra 14 e 19 anni) consumano più notizie rispetto alle loro controparti adulte della Gen Z (quelli di età compresa tra 20 e 25 anni). Circa otto adolescenti su 10 (78%) della Gen Z ricevono quotidianamente notizie o eventi di attualità da almeno una fonte, rispetto al 69% degli adulti della Gen Z e all’84% dei consumatori di tutte le generazioni. Gli adolescenti della Gen Z preferiscono i formati di notizie social e digitali, con circa la metà di questo gruppo che afferma di ricevere notizie quotidianamente dai feed dei social media o dai servizi di messaggistica e il 40% riceve notizie quotidianamente dai motori di ricerca. Queste fonti possono offrire esperienze di notizie più immediate, interattive e coinvolgenti rispetto alle fonti tradizionali, come i notiziari televisivi o i giornali.

    Da un’altra recentissima serie di sondaggi di McKinsey, emergono altri spunti interessanti: almeno il 50 percento dei dei nati tra il 1995 e il 2010 (la famosa Generazione Z), si informa esclusivamente attraverso i social media. Fino al 15% delle persone, di età compresa tra 18 e 24 anni, riceve regolarmente notizie da TikTok. Degli adolescenti che seguono le notizie, il 66% afferma di riceverne la maggior parte dalle notifiche push (ovvero ricevono un avviso dell’arrivo di una nuova notizia da consultare) e non vanno attivamente a consultare quotidiani o altre fonti informative.

    Si tratta ovviamente di generalizzazioni statistiche, ma la società moderna sta andando proprio in quella direzione e queste considerazioni non riguardano più solo i giovani.

    Pare chiaro dunque che le persone (non solo i giovani) non abbiano più tempo da dedicare all’approfondimento, alla lettura o, in generale, al consumo di qualcosa che richieda più di una manciata di minuti per essere acquisita e metabolizzata. Come si potrà far conciliare questa tendenza tipo “fast food” con entità come Cose Nostre, che mensilmente pubblica articoli lunghi e articolati, ma al contempo approfonditi e scritti con grande accuratezza e impegno da parte degli autori? Dovremo immaginare un futuro fatto di carta sfogliata e letta da un numero sempre più esiguo di irriducibili, oppure si riuscirà a trovare la chiave di volta per creare qualcosa che salvi capre e cavoli?
    Cosa possiamo fare dunque per mantenere vivo l’interesse nei confronti di qualcosa che congela e storicizza fatti e persone, consegnandoli direttamente alla Storia? Se volete dire la vostra, scrivetemi a luca.alberigo@gmail.com.

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