22.2 C
Comune di Caselle Torinese
sabato, Luglio 27, 2024

    Boston Tea Party: quando la protesta diventa indipendenza

    Il Boston Tea Party fu un atto di protesta da parte dei coloni nordamericani verso la madrepatria inglese avvenuto il 16 dicembre 1773 e fu una tappa fondamentale nel percorso verso l’indipendenza degli Stati Uniti d’America dal Regno di Gran Bretagna.
    Per comprendere l’entità di questo evento bisogna però ripercorrere la storia dell’importazione del tè. Il tè, tipica bevanda cinese, fu importato per la prima volta in Europa dai portoghesi e fu solo dal 1610 che la Dutch Indian Company si occupò di gestirne il commercio. Nel 1667 la Compagnia delle Indie Orientali inglese iniziò l’importazione di questo prodotto che, passando da violenti guerre commerciali, divenne la sua principale fonte di reddito, stabilendo il controllo sulla maggior parte dei territori nei quali veniva coltivato e raccolto. Il consumo di tè nelle colonie cominciò solo negli anni sessanta del Settecento e l’approvvigionamento fu ad uso esclusivo della madrepatria, il Regno Unito, che attraverso la Compagnia delle Indie Orientali ne esercitava il monopolio. Tale situazione non impediva però ad altre compagnie commerciali di fare accordi e vendere illegalmente e a un prezzo più basso il tè. La conseguenza fu, perciò, lo sviluppo di un mercato di contrabbando non indifferente che si stimava comprendesse circa il 70% del tè consumato. La Compagnia consapevole di questo traffico, e nelle cui fila vi erano esponenti della lobby, esercitò una grande pressione sul Parlamento inglese per rimediare a questa situazione, e tale azione si concretizzò nel Indemnity Act del 1767, che avrebbe portato all’abbassamento del prezzo del tè inglese, consentendo alla Compagnia la possibilità di importarlo nelle colonie senza passare dall’Inghilterra. Inoltre vi è sottolineare che in quegli anni le colonie erano vessate da una tassazione che colpiva molti altri prodotti di uso quotidiano e questo aveva fatto crescere il malcontento tra la popolazione. Nel 1764 vennero tassati zucchero, caffè e vino con lo Sugar Act, nel 1765 qualsiasi materiale stampato con lo Stamp Act e nel 1767 il vetro, la carta e gli articoli per la pittura con i Townshend Acts. A questo punto i mercanti della città di Boston decisero di boicottare tutti i prodotti del Townshend Acts, non importandoli più, e riuscirono a coinvolgere in questa iniziativa anche i mercanti di New York e Philadelphia. Lo slogan no taxation without representation (nessuna tassazione senza rappresentazione) di John Hancock, uno dei principali capi della protesta, divenne l’emblema delle richieste dei coloni. Bisogna sottolineare che in queste prime proteste non si era mai riscontrata l’intenzione di una secessione dalla madrepatria, ma il solo desiderio di essere rappresentati nel regno britannico e non essere considerati dei semplici coloni. Il governo inglese non poté che prendere in esame la situazione che avrebbe potuto degenere in proteste ben più sanguinose e, dopo una lunga discussione parlamentare, nel febbraio 1770, giunse alla decisione di detassare tutti i prodotti tranne il tè, sia per motivi politici (il simbolo del diritto inglese di tassare), sia per motivi economici (il prodotto più importato).
    I tre anni che portarono al Boston Tea Party furono tutto sommato un periodo di calma dove, da una parte si assistette a un calo delle vendite del tè della Compagnia, e dall’altra al perfezionamento delle rotte di contrabbando, incrementandone la diffusione. Questa situazione spinse il Parlamento inglese a emanare nel 1773 il Tea Act, legge grazie alla quale la Compagnia poteva vendere tè alle colonie senza bisogno di pagare alcun dazio alla corona. Questa imposizione fiscale mirava a ridurre le scorte di tè detenute dalla Compagnia al fine di aiutarla a superare la crisi economica in cui versava.
    Il primo vascello ad arrivare al porto di Boston carico di tè fu il Dartmouth e i Sons of Liberty (Figli della Libertà), capeggiati da Samuel Adams, si incontrarono per discutere quali iniziative si sarebbero potute intraprendere. Visto che la situazione stava diventando sempre più incandescente, sia il proprietario sia il capitano della Dartmouth maturarono l’idea di riportare il carico in Inghilterra, ma questa proposta fu bocciata da Thomas Hutchinson, governatore della provincia della baia del Massachusetts, il quale vietò che l’imbarcazione salpasse insieme ad altre due, l’Eleanor e il Beaver. Durante la notte del 16 novembre 1773, esattamente poche ore prima dello scarico a terra del tè, i Sons of Liberty travestiti a nativi Mohawk, salirono a bordo della Dartmouth e gettarono a mare 342 ceste per un totale di circa 45 tonnellate di tè e un valore di pari a 10.000 dollari. Il governo inglese reagì al Boston Tea Party con una serie di misure repressive, conosciute come gli Atti Intollerabili, che stabilirono la chiusura del porto di Boston, l’imposizione di un controllo diretto sul Massachusetts e il divietò di assemblee pubbliche.
    Il Boston Tea Party fu un’importante manifestazione di protesta contro le opprimenti tasse imposte dalla Gran Bretagna che permise la promozione dei diritti civili e lo sviluppo di un’identità nazionale nei coloni. Questo atto fu uno degli eventi scatenanti della guerra d’indipendenza americana ed ebbe anche un impatto duraturo sulla storia degli Stati Uniti, ispirando futuri movimenti di protesta come quelli degli Anni Sessanta del Novecento e l’Occupy Wall Street nel XXI secolo.

    Rispondi

    Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

    - Advertisment -

    Iscriviti alla Newsletter

    Ricevi ogni giorno, sulla tua casella di posta, le ultime notizie pubblicate

    METEO

    Comune di Caselle Torinese
    nubi sparse
    22.4 ° C
    23.1 °
    21 °
    89 %
    1.5kmh
    40 %
    Sab
    30 °
    Dom
    32 °
    Lun
    32 °
    Mar
    32 °
    Mer
    31 °

    ULTIMI ARTICOLI

    Ci vuole maggior attenzione

    0
    Ci avviciniamo alla pausa estiva e dall’ultima seduta del Consiglio Comunale di fine maggio non rileviamo grandi novità dall’Amministrazione cittadina: anzi, prendiamo atto di...

    Bazar Boschiassi