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sabato, Luglio 27, 2024

    Il fotografo Gianni Siccardi e la tragedia Cinema Statuto

    “Forse non tutti sanno…”, come recita l’introduzione sul portale della nostra Pro Loco, che Caselle è terra di e per grandi fotografi. Dopo aver presentato il mese scorso Michele Rubino, questa volta andiamo a conoscere un altro un “professionista dello scatto”, specializzato in cronaca nera e giudiziaria.
    Lui è Gianni Siccardi, classe 1956 – omonimo dell’ingegnere, figlio della centenaria Mariuccia Gaida -, da alcuni lustri abitante a Caselle e che di storie ne ha tante, ma proprio tante da raccontare.
    Di Gianni, resti colpito dai suoi racconti di vita da fotografo dello scatto immediato e fissato per sempre, dei suoi tanti servizi fra le tragedie, i dolori, le sofferenze di fatti di cronaca che abbiamo letto sui giornali.
    Non puoi non rimanere colpito dal suo accorato racconto della tragedia del Cinema Statuto, che proprio quest’anno e più esattamente lo scorso 13 febbraio ha visto ricorrere il quarantesimo anno: era il 13 febbraio 1983.
    Quel giorno di quarant’anni fa era una domenica, il tempo era triste e scendeva su Torino una leggera neve. Al Cinema Statuto, che era ubicato in Via Cibrario, a pochi passi dalla omonima piazza, si proiettava il film “La Capra”.


    Fu un’immane tragedia, quella dello Statuto, la più grande nella Torino del dopoguerra. Oggi a quarant’anni da quel giorno ne riparliamo per ricordare e per dovere morale verso le vittime, che alla conta dei fatti furono ben 64 fra uomini e donne, compresi due bambini.
    Vittime principalmente famiglie che erano andate a vedere una pellicola per trascorrere serenamente una domenica pomeriggio, ma per il caso della vita, si sono imbattuti in un inspiegabile corto circuito dell’impianto elettrico del locale, capace di incendiare le tende del salone che, bruciando, avevano preso ad esalare letale ossido di carbonio.
    La tragedia più grande fu che le povere vittime morirono perché non funzionarono le uscite di sicurezza, create appositamente per dare sfogo agli spettatori ma, come usava allora, bloccate dall’esterno per impedire l’accesso a eventuali “portoghesi”.
    Gianni fu uno dei primi ad arrivare sul posto e documentò tutto in decine di scatti. Lo abbiamo incontrato e volentieri ci ha offerto in esclusiva le foto che pubblichiamo.
    – Come sei venuto a conoscenza della tragedia?-
    “Io e un altro fotografo, Claudio Papi, un amico romano che viveva a Torino, avevamo una convenzione con la Rai per il TG3 regionale e dovevamo documentare con foto i fatti di cronaca. Papi, mi telefonò a casa e mi disse testualmente con il suo accento romanesco:”È successo un casino allo Statuto. Ce vediamo lì !”
    Era stato sintetico al telefono, forse anche lui non sapeva di più. Io stavo festeggiando il compleanno di mio figlio Marzio. Mi sono cambiato rapidamente e sono andato in Via Cibrario.”
    -E quindi ti sei precipitato in via Cibrario davanti all’ingresso del cinema…-
    “Sì, sono arrivato in auto, ma non mi facevano già più passare. Così di corsa ho raggiunto l’ingresso del cinema. Si era messo a nevicare copiosamente, faceva freddo. Gente spaesata che vagava, gente spaventata… Polizia e tanti tanti camici bianchi, che cercavano di ricomporre le salme.”
    – Chi c’era con te?-
    “Io ero solo. Come fotografo free-lance non avevo nessuno con me, se non macchine fotografiche a tracolla e tanti rullini. Naturalmente invece ho trovato tutti i colleghi de La Stampa, de La Gazzetta del Piemonte e tanti altri.”
    – Quali ricordi serbi di quei momenti?-
    “Ho ancora impresso nelle narici l’odore acre della morte, perché vedere poi alla conta 64 cadaveri è stato terribile, ma noi dovevamo documentare e fotografare.
    Corsi a casa a notte fonda, pensando alla festa di mio figlio che avevo interrotto, e mi misi in camera oscura a sviluppare. Il giorno successivo le foto erano su tutti i giornali. Volentieri oggi le offro gratuitamente a Cose Nostre il mensile di Caselle ,mia città di adozione dove ora vivo da molti anni.”
    Legato a Gianni Siccardi ed a Caselle anche un altro aneddoto, di cui Gianni ci ha offerto lo spunto del ricordo.
    I militi della Croce Verde Torino, per ragioni di vicinanza della loro sede torinese che è in Via Tommaso Dorè, furono i primi “allertati” ad arrivare e, constatata l’immane tragedia, si prodigarono chiamando tutti i colleghi volontari che trovarono. Nel volgere d’un breve tempo, militi e mezzi della Croce Verde, furono davanti al Cinema e furono fondamentali per far fronte all’emergenza.
    Gianni Siccardi ci ha offerto lo spunto d’un personale ricordo.
    I militi della Croce Verde Torino, per ragioni di vicinanza, furono i primi “allertati” ad arrivare e, constatata la immane tragedia, si prodigarono chiamando d’urgenza tutti i colleghi volontari che trovarono.
    Ambulanze per la città di Torino non ve ne erano più, era però necessario che venissero garantiti tutti gli altri servizi urgenti e non di cui la metropoli necessitava. Venne così allertata la Sezione di Borgaro-Caselle, allora ancora unica delegazione sul territorio. In tal modo, da Borgaro i militi presenti e altri giunti in rinforzo, garantirono i servizi di urgenza a tutta la Città di Torino, lavorando tutta la notte fino alle prime luci dell’alba.
    Su Torino, incredibilmente, calò un silenzio irreale.
    Ricomposte le salme dei defunti, vennero celebrati il successivo 15 febbraio solenni funerali di Stato nel Duomo di Torino, alla presenza dell’allora presidente delle Repubblica Sandro Pertini e del sindaco di Torino Diego Novelli.

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    Mauro Giordano
    Mauro Giordano
    Sono nato a Torino il 23 settembre 1947, dove ho studiato e lavorato in tre aziende del settore servizi fino a tutto il 2005, quando, raggiunta l’età pensionabile ho potuto lasciare tutti i miei incarichi. Risiedo a Caselle dal 1970, anno in cui mi sposai trasferendomi da Torino nella nostra città. Fin dal 1970 ebbi l’onore di conoscere ed apprezzare il fondatore del mensile Cose Nostre, il dottor Silvio Passera, il quale fin dal primo numero mi propose di scrivere notizie relative alla Croce Verde, ente di cui facevo parte come milite a Torino e poi come milite della Sezione di Borgaro, poi divenuta Sezione di Borgaro-Caselle essendo stato il fondatore del sodalizio nel 1975. Una più corposa collaborazione con il giornale è avvenuta negli ultimi tempi e sotto la direzione di Elis Calegari, anche per effetto del maggiore tempo disponibile. Attualmente collaboro - con piacere e simpatia -anche alla stesura di notizie generali, ma sempre con matrice sociale. I miei hobby sono sempre stati permeati da una grande curiosità di tutto ciò che mi circonda: persone, fatti, lavoro, natura, buon umore e solidarietà. Ho avuto modo di conoscere tutta l’Italia, ed è questo il motivo che ora desidero dedicare tempo a “Cose Nostre”.

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