Le intenzioni erano di fare una passeggiata lungo la Stura, il nostro torrente, approfittando di una giornata mite: i primi tepori, quell’approccio di primavera che desideriamo con ansia dopo i mesi invernali.
Un torrente, un fiume sono una grande risorsa, dal punto di vista paesaggistico e idrico. La messa in sicurezza della Stura ne ha migliorato la fruibilità e anche il suo fascino, ma lo spazio attorno all’alveo andrebbe sicuramente meglio gestito, soprattutto le sue sponde. Va bene la crescita in libertà di alberi e arbusti, ma questo può creare pericolo soprattutto durante i furiosi temporali ormai diventati una costante , oltre a rendere poco gradevole un paesaggio che potrebbe diventare un piccolo eden dal punto di vista floro-faunistico. I pochi, purtroppo, angoli dove il sottobosco è in buone condizioni da questo periodo in poi diventeranno multicolore fino all’autunno.
La manutenzione, la ripulitura del territorio territorio, oltre che rendere gradevole l’ambiente, potrebbero dispensare risorse, a cominciare dalla legna. Finora gli alberi caduti, i rami in bilico o caduti sui sentieri, interrompendo i cammini, rendono difficile il passaggio ai fruitori degli stessi. La legna, in modo regolamentato, potrebbe ardere in camini e stufe. In piccola parte già succede e, se le regole in termini di inquinamento non sono cambiate, si potrebbe incrementare tale utilizzo, chiedendo ai fruitori di pulire la zona. Le comunità contadine si sono sempre basate su questi presupposti: la legna come grande risorsa, il sottobosco ripulito, piacevole a vedersi, un laboratorio didattico, habitat di piccoli animali, … meno stimoli per depositare “monnezza”!
Questo è uno dei punti cruciali del territorio in questione, da sempre destinato, in alcune sue parti a “monnezzaio” a cielo aperto.
Impossibile fare un percorso senza imbattersi in qualche cimelio che personaggi innominabili decidono di depositare in modo più o meno occulto sui bordi delle strade. Sono parecchie le considerazioni che si possono fare, vista la vicinanza dell’ecocentro, perfettamente funzionante, 6 giorni su 7, addirittura con prelievo casalingo.
Alcuni pensieri nascono spontanei.
Le vie d’accesso per le auto, o mezzi per trasportare merce varia, non sono molti: qualche telecamera qua e là non guasterebbe, come in altre zone cittadine.
Argomenti già trattati, da anni, da molte persone con gli amministratori. Lo smaltimento rappresenta un costo, il degrado male ci rappresenta; la zona è parte della Corona Verde, un percorso ciclo pedonale che da Borgaro arriva a Lanzo, meriterebbe più attenzione e rispetto.
La categoria dei “porci ambientali”, mi permetto di usare questo termine che ben li rappresenta, difficilmente si esaurirà spontaneamente, bene sarebbe intervenire in modo incisivo.
Stavolta sulla mia strada si è presentato un completo bagno vintage. Chi ha deciso di disfarsene proprio non voleva fare altro sforzo se non lasciarlo sul bordo strada: tazza, vaschetta, lavabo e colonna.
Che dire: complimenti all’inciviltà, alla superficialità, alla stupidità, magari sarà anche ripassato a mirare l’opera sua. Se ha usato la zona come deposito sicuramente la conosce.