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domenica, Ottobre 13, 2024

    I cento anni della nostra Aeronautica Militare

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    Il 28 marzo 2023 l’Aeronautica Militare ha festeggiato i cento anni dalla sua costituzione e con l’occasione ha aperto al folto pubblico le porte delle numerose basi situate in tutta Italia, un evento che da anni non succedeva, riscontrando un grande successo in tutto il nostro Paese. Con l’occasione è stato possibile visitare i vari aeroporti e ammirare da vicino alcuni velivoli d’epoca affiancati dagli ultimi modelli oggi operativi.
    Bisogna risalire indietro nel tempo, quando in campo militare nel 1884 fece ingresso una nuova specialità quella del “più leggero dell’aria” che si impose agli onori della cronaca con la prima ascensione libera di un pallone militare di costruzione italiana, il “Generale Durand de la Penne”, compiuta dal capitano Maurizio Moris e dal tenente Cesare dal Fabbro, quando si levarono in volo dalla Piazza d’Armi di Castello (nei pressi dell’attuale piazza Mazzini in Roma).

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    La storia
    Nel novembre del 1894 il Ministero della Guerra decise di riunire in un unico reparto tutti i servizi di aeronautica con la nascita della brigata specialisti che nel 1909 diverrà autonoma.
    In quegli anni una nuova era bussava alle porte; dopo il primo volo del “più pesante dell’aria” avvenuto nel 1903 negli Stati Uniti a opera dei fratelli Wright, in tutto il mondo iniziarono a nascere centinaia di traballanti aerei.
    Nel 1911, proprio il nostro Paese sperimentò, per primo nel mondo, in Libia, i primi bombardamenti dall’alto effettuati da aerei, anche se i risultati furono piuttosto scadenti. Un grande passo in campo aeronautico avvenne poi durante la Prima Guerra Mondiale, dove in poco tempo, giorno per giorno, si perfezionava sempre più il mezzo aereo, ma in Italia la forza aerea era ancora una stretta dipendenza dell’esercito e della marina.
    Si dovette aspettare fino al 28 marzo 1923 perché venisse costituita la Regia Aeronautica, come forza armata autonoma.
    Per l’Italia furono anni d’oro, le nostre industrie costruivano velivoli sempre più performanti, che negli anni ebbero modo di effettuare, grazie a intrepidi piloti, imprese epiche come il volo Roma-Tokio (1920), o come le grandi crociere atlantiche con diversi velivoli, effettuate ai comandi di Italo Balbo, tra cui “La crociera del decennale” con 24 idrovolanti, per festeggiare i dieci anni della nuova forza armata.
    Nel 1925 Francesco De Pinedo, con il motorista Ernesto Campanelli, volò per 370 ore su tre continenti, percorrendo 55.000 chilometri con l’idrovolante Siai S.16ter “Gennariello” da Sesto Calende a Melbourne, Tokio e ritorno a Roma. Seguirono molte altre imprese ma ricordiamo quella del 10 aprile 1926 che vide come protagonista un dirigibile nella prima trasvolata del Polo Nord, il “Norge”, agli ordini di Nobile.
    Altra grande impresa quella effettuata nel 1928 da Ferrarin e Del Prete che collegarono l’Italia al Brasile con un volo di 7.666 chilometri senza scalo in 58 ore e 34 minuti, con il velivolo Siai S.64 che ebbe, come le altre, ampio riscontro in tutto il mondo.
    Dopo gli anni d’oro della nostra aviazione, dense nubi si stavano profilando all’orizzonte, che portarono, con il secondo conflitto mondiale, lutti e distruzioni.
    L’Italia con l’entrata in guerra a fianco della Germania, il 10 giugno 1940, giunse al conflitto già provata dalla campagna d’Etiopia e dalla Guerra di Spagna, con una forza armata aerea che aveva a disposizione solamente poco più di 3.000 velivoli, obsoleti, pochi veramente efficienti, e molti con gravi difetti specialmente nel campo motoristico.
    In questo contesto è inutile raccontare le vicissitudini della Seconda Guerra Mondiale a tutti note, ma ricordiamo che durante il periodo bellico l’aeroporto di Caselle fu tra i primi ad entrare in guerra, iniziando con i suoi reparti di volo, gli attacchi contro la Francia, operazioni durate poche settimane; purtroppo, alla fine del conflitto il nostro scalo venne poi distrutto dai tedeschi durante la loro ritirata, come successe a tutti gli altri aeroporti del Torinese,.
    Oltre Caselle un altro aeroporto a noi vicino è stato quello di Venaria Reale (oggi sede di un reparto elicotteristico dell’Esercito Italiano), mentre nel capoluogo era presente quello più importante di Mirafiori. Sempre in provincia di Torino, un altro campo di aviazione poco noto ai più era quello di Casabianca nei pressi di Chivasso, che fu per un certo periodo una importante scuola della Regia Aeronautica, usato come tutti gli altri anche dalla Luftwaffe tedesca che impiegò attivamente anche quello di Airasca. Molto attivi furono altri due aeroporti in provincia di Cuneo, quelli di Cervere e di Mondovì, a cui si aggiungono altri meno noti.
    Con la cessazione delle ostilità e la Liberazione avvenuta il 25 aprile 1945, il nostro Paese si trovò a dover affrontare grossi problemi non solo di ricostruzione e occupazionali come mano d’opera, con le aziende completamente distrutte. Ma con forza e tenacia, e grandi sacrifici, iniziò la ricostruzione del sistema Italia.
    Nel 1946, ventitré anni dopo, la Regia Aeronautica scomparì, lasciando il posto alla nuova forza armata: l’Aeronautica Militare Italiana, che grazie anche agli aiuti americani riuscì a riformare la componente aerea, inizialmente con modelli obsoleti, provenienti dai surplus statunitensi affiancati dai pochi aerei ancora efficienti di produzione italiana.
    Con l’alleggerirsi delle sanzioni di guerra, formalmente dichiarati superati nel 1951, la nostra industria iniziò a produrre velivoli da guerra. Con l’ingresso nella NATO (North Atlantic Treaty Organization), nel 1949, le cose cambiano decisamente in nostro favore, e l’Aeronautica Militare ebbe così modo di fare la transizione sui primi velivoli a reazione prodotti su licenza, come i DH. 100 Vampire inglesi, gli F-86K americani, fino alle grandi collaborazioni internazionali, dapprima con la produzione del bisonico F-104 “Starfighter” e poi con le intese europee per la progettazione e costruzione dei Panavia Tornado ed Eurofighter EF-2000 Typhoon, senza poi contare l’AMX italo-brasiliano.
    Proprio grazie ad un concorso della NATO per un caccia leggero (Light Weight Strike Fighter), negli anni cinquanta nacque il Fiat G.91, battendo numerosi concorrenti, velivolo che doveva equipaggiare diverse forze aeree ma in realtà fu impiegato inizialmente solo dalla nostra aeronautica e da quella tedesca. L’aereo si distinse brillantemente quando venne impiegato in seno alla Pattuglia Acrobatica Nazionale, le mitiche Frecce Tricolori.

    L’Aeronautica Militare oggi
    Attualmente l’Aeronautica Militare ha come vertice il Capo di Stato Maggiore, alle dipendenze del CSM della Difesa e di tre alti comandi: il Comando di Squadra Aerea, il Comando Logistico e il Comando delle Scuole. Rispettivamente come assegnazione sono la funzione addestrativa e operativa, quella logistica e infine quella della formazione.
    La composizione di volo della Forza Aerea è formata da 13 Stormi e 4 Reparti addestrativi, a cui si devono annoverare il Centro Addestrativo Equipaggi, il Reparto Addestramento Controllo Aereo, la Scuola di Applicazione, scuole e istituti vari, il Comparto Operazioni Speciali AM, i reparti Difesa Aerea e Missilistica Integrata, il Traffico Aereo Operativo e molti altri.
    La linea di volo invece si compone di velivoli da combattimento (o difesa), da trasporto (compresi quelli destinati al rifornimento in volo), da ricognizione, da sorveglianza marittima, da addestramento e da elicotteri. Un settore delicato e particolare è quello del 31° Stormo che viene impiegato per trasportare il Capo dello Stato, il Papa, o alte cariche dello Stato ed utilizzato, quando necessario, in delicate operazioni umanitarie e sanitarie.
    Oggi l’AMI è una forza aerea operativa 24h su 24h, al servizio nazionale e non solo.
    Per concludere ricordiamo che in tutta Italia nell’ambito delle celebrazioni del Centenario dell’AM si svolgeranno ancora diversi eventi come l’apertura il 18 aprile, dopo un importante “aggiornamento”, del bellissimo Museo Storico di Vigna di Valle sulle rive del Lago di Bracciano (Roma), culminando con la grande manifestazione aerea che si svolgerà all’aeroporto di Pratica di Mare (Roma) dal 16 al 18 giugno, con la presenza di oltre cento velivoli storici e moderni, tra cui due “chicche” storiche provenienti dal Museo dell’Industria Leonardo di Caselle Torinese: il bellissimo biplano Ansaldo S.V.A. 9 e l’argenteo Fiat G.91.

    Il logo dei cent’anni
    I due zeri che compongono il logo del centenario rappresentano due onde d’urto provocate da un velivolo, in questo caso il JSF F-35, in atto di superare il muro del suono, mentre il semicerchio rappresenta idealmente la continuità dell’Aeronautica Militare, congiungendo un velivolo dell’epoca della fondazione con un aereo dei giorni nostri.


    Lo stemma dell’AMI, sormontato dall’aquila turrita, simbolo dei piloti militari, racchiude i distintivi di quattro squadriglie che, nella 1^ Guerra Mondiale, si misero in luce per abilità, coraggio ed eroismo.
    Il “cavallo/leone alato con fiaccola” raffigura il distintivo della 27^ Squadriglia Aeroplani erede dell 10^ Squadriglia Farman, protagonista di numerose missioni di ricognizione e bombardamento.
    Il “Quadrifoglio” riproduce il simbolo della 10^ Squadriglia da bombardamento Caproni, impegnata in audaci azioni in terra nemica durante la Grande Guerra.
    Il “Grifo Rampante” rappresenta l’insegna della 91^ Squadriglia da Caccia, nota come “Squadriglia degli assi”, che ebbe tra le sue file piloti famosi come Baracca, Piccio, Ruffo di Calabria e Ranza.
    Il celebre “Leone di San Marco”, venne adottato dalla 87^ Squadriglia Aeroplani, in seguito ribattezzata “La Serenissima”, in omaggio alla bellissima città di Venezia. È di questa squadriglia l’eroico e famoso volo su Vienna al comando di Gabriele D’Annunzio.
    Nella parte inferiore dello stemma il cartiglio con il motto “Virtute Siderum Tenus” (con valore verso le stelle), sintetizza il coraggio, la bravura, il sacrificio di tutti gli Aviatori italiani.

     


    In arrivo da Roma l’8 aprile l’airbus a320-216 marche ei-dtg, della Ita Airways con la scritta “Io sono Friuli Venezia Giulia”, che fa da apripista all’iniziativa di personalizzazione della livrea di alcuni aeromobili della compagnia italiana per la promozione delle regioni italiane. Chissà se prima poi ci sarà anche il Piemonte?


    In decollo il 14 aprile per Lisbona, l’Airbus A340-313 marche 9H-SOL della Hi Fly con a bordo la squadra di calcio dello Sporting Lisbona battuta dalla Juventus in Europa League.

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