Norberto Barberis, uomo d’armi e dell’Avis
Un personaggio, Norberto Barberis, colonnello in pensione, presidente dell’Avis e medaglia d’oro con 134 donazioni, massaggiatore, costituì l’Aido locale (donazione organi) e con tante altre iniziative ha attraversato la vita casellese per 17 anni, dal 1965 al 1982, con frenetica attività, trasformando la vita associativa dell’Avis in un cantiere di idee per valorizzare sempre più l’importante iniziativa di donare sangue al prossimo.
Di seguito alcuni stralci di una lettera pubblicata da giornale Cose Nostre nel maggio del 1982, quando Barberis lasciò Caselle per motivi professionali, e scritta da Nilla Ronco, la moglie, dà un’idea del personaggio.
La lettera inizia ricordando che con il modesto e costante operare Barberis ricostituì l’Avis, fondò il Comprensorio delle Avis delle Valli di Lanzo, ebbe presenza attiva in ogni iniziativa di carattere sociale e umanitario, partecipando alle operazioni di aiuto in alcune tragedie nazionali, quali Vajont, terremoti del Friuli e del Sud. Sua fu l’iniziativa di un gruppo di prelievo di sangue evitando la spesa di autoemoteche; sua anche la costituzione del primo gruppo Aido; valido e determinante il suo operare quale presidente del comitato pro restauro della chiesa dei Battuti. Per ben 134 volte donò il suo sangue in favore del prossimo, meritandosi la Croce d‘Oro dell’Avis. Sua l’idea e la realizzazione del monumento a ricordo dei Volontari defunti inaugurato il 2 ottobre del 1977 in occasione del 40° di fondazione dell’Avis locale.
Nell’Avis ha fatto conoscere Caselle in campo provinciale e regionale facendo parte per oltre 10 anni di detti direttivi: in campo internazionale o meglio mondiale si è meritato l’onorificenza di “Commendatore al merito internazionale del sangue”. L’Avis di Caselle in quel tempo contava 490 iscritti dei quali 120 donatori abituali, il che significava 700/800 donazioni all’anno.
Ma Norberto Barberis che aveva lo studio di massaggiatore in Caselle ha dato un apporto notevole anche nel campo sanitario perché e stato il primo a creare, con due primari di geriatria e di fisiatria, corsi per fisiokinesisti a carattere geriatrico gestiti dalla Regione. Fondò il sindacato nazionale dei massaggiatori sportivi dei quali è stato pure istruttore del Federazione C.O.N.I. medico sportiva italiana. È stato presidente del sindacato dei masso-fisioterapisti.
Nella sua lunga carriera di militare e di cittadino Norberto Barberis è sempre stato fedele alla parola data, senza compromessi, dicendo sempre chiaro il suo pensiero, senza parafrasi e senza sottintesi. Questo il cittadino che lasciò Caselle – con tanto dispiacere – dopo 17, anni per impegni professionali.
E noi lo inseriamo tra i casellesi celebri oltre che per la somma di iniziative a favore della comunità fatte da Barberis per Caselle anche per dire grazie all’Avis casellese che da sempre è in prima linea per donare sangue, vale a dire gocce di vita. Perché oltre a lui tante altre figure hanno collaborato a mantenere viva questa bella iniziativa, e citiamo tra i tanti Giovanni Aghemo.
Nella foto di gruppo dell’Avis casellese per il 45° di fondazione, anno 1982,
In prima fila, il terzo da sinistra vestito di bianco, il presidente col. Norberto Barberis
Rodolfo Scarabosio, veterinario comunale e artista
“La missione svolta da un sanitario al servizio del Comune per tanti anni, appartiene alla storia del luogo; non solo, ma presenta sempre anche tanti risvolti, per cui non saranno sufficienti queste poche righe per evidenziare la sua opera tanto preziosa e vasta”.
Apre così, con questa frase, don Ferdinando Miniotti l’articolo sui casellesi celebri dedicato al dottor Rodolfo Scarabosio, che fu medico-veterinario del Comune di Caselle Torinese dal 1908 al 1939, o giù di lì, vale a dire per oltre trent’anni.
Rodolfo Scarabosio nacque a Lanzo il 6 dicembre del 1883 e morì a Caselle il 21 maggio del 1941. Nel 1906 si laureò in Medicina Veterinaria coronando così i suoi studi. Era un giovanotto alto e aitante, un’aria serena e un fare gioviale lo rendeva simpatico a tutti e ben visto nella vita sociale. Le famiglie più distinte gli aprivano le porte perché lui sapeva brillantemente rallegrare le serate con piacevoli e frizzanti battute e con l’hobby della musica. Infatti il neo veterinario componeva inni patriottici, valzer e suonate varie; forse non erano tutti dei capolavori ma divertivano.
Appena laureato partì come ufficiale per il servizio militare e al ritorno fu invitato ad assumere a Casorzo Monferrato il posto di veterinario interinale. Accettò questa promozione e questo inizio con qualche perplessità perché era molto lontano dalla famiglia, da Lanzo, e quindi alla fin fine piuttosto disagevole. Ma a parte questo in quel posto trovò anche il modo per studiare e anche di frequentare amici e salotti, dove poteva mettere in mostra la sua abilità di pianista e suonare le sue numerose e versatili composizioni, e nello stesso tempo trovò anche il modo di maturare la sua esperienza professionale, orientandosi verso prove di studi più impegnativi e questo al fine di poter conseguire una designazione di lavoro pi vicina alla famiglia.
Nel 1908 lo scopo era raggiunto, l’attendeva l’importante “condotta” medico-veterinaria di Caselle; fu veramente lieto del suo successo conseguito all’età di appena 25 anni.
Il lungo servizio a Caselle con l’esperta conoscenza dei problemi tecnico-scientifici della sua professione e la larga conoscenza psicologica, fondata sulla certa obiettività morale anche nella delicata mansione di Giudice Conciliatore del Comune, che lo portarono avere ad rapporti con diverse categorie di persone.
Soleva ripetere che nel suo mestiere non si può essere mediocri, e per questo uno dei posti più frequentati da lui era la biblioteca.
Sappiano che amava la musica, in particolare il melodramma, ma anche la filodrammatica e per questo i teatrini della zona se lo contendevano.
Ma ovviamente la figura del dott. Scarabosio ebbe il suo punto più alto nel mondo agricolo dove la sua opera fu di primo piano per scienza, esperienza e sollecitudine del suo ufficio di medico-veterinario per tutto il territorio di Caselle, Mappano e Borgaro
Alla gente addetta alla cura del bestiame piaceva la sua capacità di raccontare, attraverso le immagini, la vita del mondo sommerso delle infezioni e le migrazioni dei bacilli; ad apprezzare soprattutto la sua segreta arte usata con effetto infallibili nel guarire gli equini da tetano.
E tanto tuonò che piovve, nel senso che tutta Caselle, ma non solo, volle dirgli un grosso grazie per la sua opera a favore della comunità con una solenne manifestazione organizzata in occasione della consegna della croce di Cavaliere Ufficiale e della Decorazione di guerra al dottor Rodolfo Scarabosio che avvenne il 3 settembre del 1933. C’erano tutti alla sua festa, autorità e cittadini, agricoltori e teatranti: ma se li meritava tutti.