Buon compleanno ICEP!

Cinquant'anni di vita e di storia per la società creata da Giuseppe Vigna

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La RSA di Druento, una delle grandi opere realizzate da ICEP

“La costruzione è per tener su, l’architettura è per commuovere”, era una affermazione del grande architetto francese Le Corbusier.
Parole che paiono cucite come un abito su misura alla Società ICEP : che 50 anni or sono muoveva i suoi primi passi a Caselle.
Era infatti il 1973 quando gli ingegneri Giuseppe Vigna Suria ed Enzo Mattiotto, neo laureati in ingegneria civile, decisero di dar corso all’idea che avevano maturato nelle aule del Politecnico di Torino, coinvolgendo in questa avventura il fratello di Giuseppe, il geometra Guido Vigna Suria e l’amico Carlo Nepote: insieme fondarono la ICEP, il cui acronimo significa: Impresa Costruzioni Edili Piemonte. E da allora quella ICEP di strada ne ha fatta tanta e di costruzioni altrettante anche al di fuori della nostra regione.
Sono 50 anni di storia intensa, di storia casellese di una impresa privata la cui realtà è un robusto cavallo che traina un carro molto pesante.
Incontriamo per l’occasione di questo importante traguardo il fondatore, l’ingegner Vigna, che si commuove pensando proprio al socio prematuramente scomparso Enzo Mattiotto.
– Dunque ingegner Vigna ci racconti un po’ di storia e dove lavoravate nei primi anni di operatività?
“In quel periodo il lavoro non mancava, iniziammo con la costruzione di un nuovo fabbricato industriale ed una bella villa a Lanzo, a cui seguirono interventi analoghi a Leini, Caselle, San Maurizio e in numerosi altri comuni della zona e del Canavese.
L’impresa ebbe subito successo e crescita grazie alla cura, alla qualità del lavoro ed all’organizzazione che ci eravamo dati: io curavo la parte tecnico-progettuale, Enzo e Guido l’organizzazione e direzione cantieri, Carlo a capo delle squadre di operai.”
– La costruzione più prestigiosa?-
“ Tante e diverse: la scuola media di Villarbasse, il centro commerciale Le Torri di Avigliana, il complesso residenziale di Spina 3 Torino e recentemente la RSA di Druento, un intervento che nel 2020 l’associazione INARCHITETTURA ha premiato come “migliore RSA del Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta”.
– Come si è evoluta l’edilizia dagli anni ‘70 ad oggi?-
“L’evoluzione è stata notevole, sia sotto l’aspetto realizzativo di cantiere, che con l’impiego di nuovi materiali sviluppati dall’industria, specialmente la chimica. La parte impiantistica è cambiata completamente, gli aspetti prestazionali energetici dei fabbricati, all’epoca pressoché trascurati, oggi sono al primo posto tra gli obiettivi da conseguire.”
-Dietro ad ogni impresa di successo c’è sempre qualcuno che ha preso una decisione coraggiosa, quale è stata per lei la decisione e la svolta?-
“Non ci sono state decisioni che definirei coraggiose ma piuttosto numerose scelte per adeguare l’operatività dell’impresa, alle mutate esigenze ed alle crisi di settore che ci sono state e perdurano tuttora.
La svolta purtroppo c’è stata nella primavera del 2004 con l’improvvisa morte di Enzo e la conseguente necessità di ripristinare, in pochissimo tempo, la parte organizzativa di cantiere. Ci sono riuscito anche grazie al prezioso supporto di tutto il personale dell’impresa, in particolare dei miei figli, Paolo, architetto, e Andrea, ingegnere, e di mia moglie Olga che erano entrati a far parte della compagine societaria”.
– Parliamo di futuro: quali programmi si è data la ICEP?-
“Difficile dirlo. L’edilizia attualmente attraversa un momento di transizione che interessa tematiche complesse quali, sostenibilità, ecologia e consumo di suolo, unita ad una fase contingente di mercato comunque in crisi. Credo che, almeno in ambito residenziale, si andrà sempre più verso il recupero e la ristrutturazione piuttosto che il nuovo intervento. Detto questo la ditta è pronta, guarda fiduciosa verso il futuro e cercherà di rispondere agli orientamenti del mercato al meglio come ha sempre fatto.”
– E il testimone a chi lo lascia?-
“Anche se mi piace e continuo ancora a lavorare con la preziosa collaborazione di mia moglie, in pratica il testimone è già passato ai figli Paolo ed Andrea.”
Mezzo secolo di lavoro, mezzo secolo di fatiche, di studi e di calcoli di cemento armato sono una grande soddisfazione e motivo di orgoglio guardando verso palazzi, ville, condomini o opere pubbliche che resteranno per sempre a testimoniare questa grande realtà casellese che oggi festeggia i suoi dieci lustri.
Un grande festa, maestranze di ieri e di oggi riunite per celebrare un traguardo importante, che oggi Paolo e Andrea Vigna, oggi che hanno preso le redini aziendali, poteranno avanti per dare sempre lustro all’azienda e alla nostra città.
Buon compleanno ICEP!

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Mauro Giordano
Sono nato a Torino il 23 settembre 1947, dove ho studiato e lavorato in tre aziende del settore servizi fino a tutto il 2005, quando, raggiunta l’età pensionabile ho potuto lasciare tutti i miei incarichi. Risiedo a Caselle dal 1970, anno in cui mi sposai trasferendomi da Torino nella nostra città. Fin dal 1970 ebbi l’onore di conoscere ed apprezzare il fondatore del mensile Cose Nostre, il dottor Silvio Passera, il quale fin dal primo numero mi propose di scrivere notizie relative alla Croce Verde, ente di cui facevo parte come milite a Torino e poi come milite della Sezione di Borgaro, poi divenuta Sezione di Borgaro-Caselle essendo stato il fondatore del sodalizio nel 1975. Una più corposa collaborazione con il giornale è avvenuta negli ultimi tempi e sotto la direzione di Elis Calegari, anche per effetto del maggiore tempo disponibile. Attualmente collaboro - con piacere e simpatia -anche alla stesura di notizie generali, ma sempre con matrice sociale. I miei hobby sono sempre stati permeati da una grande curiosità di tutto ciò che mi circonda: persone, fatti, lavoro, natura, buon umore e solidarietà. Ho avuto modo di conoscere tutta l’Italia, ed è questo il motivo che ora desidero dedicare tempo a “Cose Nostre”.

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