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giovedì, Maggio 16, 2024

    Origini e breve storia dei Savoia

    Il castello della Venaria Reale

    Piccolissima casata di montanari, posta a guardia dei valichi con la Francia, i Savoia riuscirono nel giro di un millennio a unificare l’Italia. Questa famiglia ha le sue origini nel territorio montuoso che si estende dalle rive del Bourget a quelle del lago di Ginevra, dal massiccio del Giura al fiume Aare, al di là dello spartiacque naturale delle Alpi. Tale zona ha avuto un’importanza strategica per il controllo commerciale, militare e religioso (pellegrinaggi) sui passi del Monginevro, del Moncenisio e del Gran San Bernardo. Prima marca carolingia, poi borgognona, la “combe de Savoie” all’inizio dell’anno mille venne affidata dall’imperatore germanico a Humbert aux Blanches Mains (Umberto Biancamano), capostipite di casa Savoia. A lui succedono il figlio Amedeo e il secondogenito Oddone nel 1056. Per l’esattezza è stata sua moglie Adelaide che per prima lega le sorti di questa famiglia d’Oltralpe all’Italia portando in dote la marca d’Italia, con capitale Torino, i cui feudi giungevano fino a Ventimiglia.
    La storia dei Savoia si può suddividere in quattro grandi periodi. Il primo, quello dei Conti di Savoia, va dal 1003 al 1416 ovvero dal fondatore Umberto I Biancamano fino ad Amedeo VIII che porta la dinastia in collisione con le altre marche piemontesi. Il secondo, quello dei Duchi di Savoia, va dal 1416 al 1713 ovvero da Amedeo VIII a Vittorio Amedeo II, primo re sabaudo. Il terzo, quello del Regno sabaudo, che va dal 1713 al 1861, nel quale Amedeo II indossa due corone, prima quella di re di Sicilia nel 1713, che poi scambia con quella di re di Sardegna nel 1720. Nel 1831, estinti i rami familiari dei Branca, con Carlo Alberto inizia la successione del ramo cadetto dei Savoia Carignano. Il quarto e ultimo, quello dei re d’Italia, va dal 1861 al 1946 ovvero da Vittorio Emanuele II fino a Umberto II, il re di “maggio” che manterrà la corona solo dal 9 maggio al 2 giugno 1946. Durante il periodo fascista, Vittorio Emanuele III si fregerà anche dei titoli d’imperatore d’Etiopia, re di Albania e re di Croazia.
    Prima di Superga, edificata nel 1706 a opera dell’architetto Filippo Juvarra per ricordare l’assedio di Torino, il mausoleo e sacrario di famiglia è rappresentato dall’abbazia cistercense di Hautecombe (Altacomba) fatta costruire da Amedeo III nel XII secolo. Con la sua morte per oltre un secolo il casato si distingue più per le figlie date in sposa a potenti re europei che per la propria forza. È con Amedeo V del ramo cadetto dei Piemonte Acaia (dal nome di una regione greca acquisita come titolo onorifico durante la IV crociata) nel 1285 che la Savoia comincia a farsi valere, sconfiggendo i tradizionali nemici del Delfinato, di Ginevra e del Monferrato. Grazie a Amedeo VI, detto il conte verde, si impone il misterioso motto “Fert” che accompagnerà d’ora innanzi tutta l’araldica di casa Savoia. Con suo figlio, Amedeo VII, detto il Conte Rosso, i confini territoriali si estesero fino a Nizza. La promozione a Ducato avverrà a inizio del Quattrocento, quando l’imperatore germanico Sigismondo assegnò il titolo ad Amedeo VIII per il suo rapporto di vassallaggio e di barriera all’espansione francese. Con il successore Ludovico e attraverso sua moglie Anna venne acquistata la reliquia più venerata della cristianità, la Sacra Sindone. Il Cinquecento è stato per i Savoia un secolo difficile che vide la riduzione dei propri territori a favore della Francia fino alla pace di Cateau-Cambrésis nella quale vennero restituiti a Emanuele Filiberto.  Caratteristica perenne della politica internazionale dei Savoia è stata il loro “pendolarismo” tra le potenze europee. Francia, Spagna, Sacro Romano Impero divenivano preziosi alleati o acerrimi nemici a seconda dell’interesse del momento. Passati quasi settecento anni partendo dalla posizione di guardia dei valichi alpini, i Savoia sono approdati sulla scena dinastica continentale e sballottati tra potenze, guerre e alleanze spesso più grandi di loro sono riusciti ad accrescere i loro possedimenti e ad acquisire un ruolo strategico nei delicati equilibri europei. Con la pace di Utrecht del 1713 i Savoia ottennero Alessandria, il Monferrato e la corona di re di Sicilia. Per quanto ricca e prestigiosa, la Sicilia è troppo lontana dal Piemonte sia in distanza sia in consuetudini ed è difficile da difendere, così solo sette anni più tardi viene scambiata con la più vicina e tranquilla, ma anche più povera, Sardegna conservando comunque il titolo regale. A fine Settecento anche il piccolo regno alpino venne travolto dagli eventi della Rivoluzione Francese e successivamente dal tornado napoleonico. Solo con il Congresso di Vienna (1815) e la conseguente Restaurazione, Vittorio Emanuele I riacquista il dominio sul Piemonte con l’aggiunta dell’ex repubblica di Genova. Vengono ripristinate le Regie Costituzioni e sul modello della gendarmeria francese si costituisce l’arma dei Carabinieri. Con la morte di Carlo Felice nel 1831 si estingue il ramo della Bressa dei Savoia e con il suo successore, Carlo Alberto, inizia quello dei Savoia-Carignano.
    Carlo Alberto è il promulgatore nel 1848 dello Statuto fondamentale della Monarchia, famoso come Statuto albertino, che rese il regno una monarchia costituzionale e che rimase in vigore fino all’emanazione della Costituzione repubblicana del 1948. Per la prima volta durante la Prima guerra d’Indipendenza, sugli insorti milanesi contro l’Austria, viene adottata la bandiera con i colori della napoleonica repubblica Cispadana: verde, bianco e rosso e con al centro lo stemma di casa Savoia. Nel 1849 gli succede suo figlio, Vittorio Emanuele II, al quale toccano in sorte trent’anni di regno e gloria. Infatti sfruttando il genio diplomatico di Cavour, l’appoggio della massoneria e degli intellettuali, le gesta di Garibaldi e una serie di congiunture internazionali favorevoli in soli dodici anni Vittorio Emanuele II viene acclamato re d’Italia.

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