Per il primo numero, al rientro dalle vacanze, il nostro notaio, il dottor Gabriele Naddeo, sottopone alla nostra attenzione alcuni argomenti che devono suscitare grande interesse.
Le ordinanze della Cassazione scelte per questo mese hanno a che fare con alcuni chiarimenti legati all’atto pubblico, alla figura notarile e alla sua funzione. Da leggere e rileggere con grande cura quanto la Suprema Corte di Cassazione ha inteso sottolineare nell’ultimo chiarimento che il dottor Naddeo ci presenta: per il Codice Civile la “ nuda proprietà” non esiste, anche se molti credono esattamente il contrario.
Cassazione, ordinanza 27 febbraio 2023, n. 5827, sez. VI – 3 civile
Prova in genere in materia civile – onere della prova – notaio ed atto notarile – atti notarili – falso civile
Importante spiegazione circa il contenuto dell’atto pubblico redatto dal notaio: esso certifica che quanto ivi riportato è stato effettivamente detto e fatto, poiché avvenuto di fronte al notaio pubblico ufficiale, ma non che – soprattutto il contenuto di quanto dichiarato – corrisponda alla verità. L’atto pubblico fa piena prova, fino a querela di falso, della provenienza del documento dal pubblico ufficiale che lo ha formato, nonché delle dichiarazioni delle parti o degli altri fatti che il pubblico ufficiale attesta avvenuti in sua presenza, ma non prova la veridicità e l’esattezza delle dichiarazioni rese dalle parti, le quali possono essere contrastate e accertate con tutti i mezzi di prova consentiti dalla legge, senza ricorrere alla querela di falso.
Cassazione, ordinanza 30 marzo 2023, n. 8963, sez. V
Valore dichiarato o accertato ai fini delle imposte indirette – adesione all’accertamento – rilevanza ai fini delle imposte dirette (plusvalenza) – estensione effetti al coobbligato
Per la Suprema Corte l’adesione di terzi al diverso accertamento ai fini dell’imposta di registro non può assumere valore di indizio ai fini dell’imposizione diretta; non può valere, in altri termini, per gli altri co-obbligati. L’accertamento con adesione ha natura di concordato tra l’amministrazione ed il contribuente, ed essendo pertanto caratterizzato dal carattere volontario dell’adesione, non può che avere efficacia che nei confronti del solo soggetto che tale adesione ha prestato, dovendo escludersi che possa acquisire valore, anche indiretto, nei confronti di chi abbia impugnato l’atto impositivo fondato sul valore accertato con adesione in relazione ad un diverso soggetto. Per tutto quanto fin qui esposto, la Corte di Cassazione conclude che l’estensione degli effetti dell’accertamento con adesione relativo ad altri coobbligati può ammettersi solo in assenza di una espressa volontà contraria del contribuente.
Cassazione, sentenza 12 aprile 2023, n. 9674, sez. III civile
Professioni liberali – notariato – notai – colpa professionale – vendita – mancata indicazione di un pignoramento – pregiudizio conosciuto dal compratore – risarcimento del danno – riconoscimento – esclusione
Il notaio deve sempre fare i controlli circa la sussistenza di formalità pregiudizievoli, a meno che non vi sia espresso esonero da parte dei clienti; il notaio, inoltre, deve informare sulla presenza di formalità e, in mancanza, è responsabile. Deve essere rigettata la richiesta di risarcimento nei confronti del notaio per la mancata indicazione di un pignoramento nell’atto di vendita se questo è conosciuto dal compratore; in tal caso manca l’esigenza di informare, poiché la conoscenza dell’evento c’è. Da un punto di vista probatorio, la Corte afferma che la presenza di numerosi indizi atti a far ritenere la piena consapevolezza della parte acquirente in ordine alla esistenza della pregiudizievole procedura esecutiva esclude, infatti, la responsabilità del notaio.
Cassazione, ordinanza 14 aprile 2023, n. 10017, sez. Iii civile
Proprietà – nuda proprietà – diritto distinto dalla proprietà – esclusione – disciplina desunta dalle norme in tema di proprietà e di quelle in tema di usufrutto – nozione di origine dottrinale – fattispecie
Importante chiarimento della Corte di Cassazione: la “nuda proprietà” non esiste! In realtà esiste il diritto che, però, non è definito dal Codice Civile come “nuda proprietà”. Il Codice Civile non conosce la c.d. “nuda proprietà” come diritto distinto dalla proprietà: i suoi tratti contenutistici sono desunti, infatti, dal combinato disposto delle norme in tema di proprietà e di quelle in tema di usufrutto, ossia in via di mera sottrazione, dal contenuto del primo, dei poteri e delle facoltà che formano il contenuto del secondo; il concetto è dunque di origine dottrinale e serve solo a descrivere la situazione della proprietà gravata da usufrutto. E ciò vale in tutti i casi in cui vi sia un diritto limitante la prima proprietà quali l’abitazione e l’uso. Ricordiamoci dunque: quella che intendiamo “nuda proprietà” c’è in presenza di usufrutto, uso e abitazione, e – se vogliamo essere più precisi – la possiamo chiamare “proprietà gravata”. Ci vuole, però, coerenza e, soprattutto, la capacità di comprendere che, in tutti i casi di diritti limitanti (usufrutto, uso e abitazione), quello che “rimane” della proprietà è lo stesso diritto – senza differenze – a prescindere dal fatto che lo definiamo “nuda proprietà” o “proprietà gravata”.