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Comune di Caselle Torinese
sabato, Luglio 27, 2024

    Insieme si può

    La Caritas ha avviato una scuola di italiano per stranieri

    A volte tutto nasce da un’idea condivisa, da una goccia che alimentata da altre gocce, senza troppo clamore e in maniera inaspettata, vede concretizzarsi un mondo finora solo pensato, ecco che quell’idea prende forma e diventa  una piccola comunità: una scuola di italiano  per stranieri. Luisa Minuzzo, insieme all’operoso  gruppo di volontarie e volontari della Caritas casellese,  si è fatta promotrice di quest’idea condivisa, nata dall’incontro con le tante donne che arrivano alla Caritas per essere aiutate. “Spesso  – racconta Luisa- le donne straniere, vengono accompagnate dai mariti perché non comprendono la lingua, non sanno spiegarsi e per questo sono timorose. Mi sono messa nei loro panni e ho pensato che sarebbe stato bello offrire un’opportunità per imparare l’italiano a Caselle. Ho chiesto loro se fossero interessate e, vista la risposta affermativa, ci siamo attivate per dar vita a quest’idea. Don Claudio, che già in passato aveva organizzato dei corsi per le 150 ore e Don Alessandro, il nostro nuovo parroco si sono dimostrati sensibili al problema della scolarizzazione e  hanno concesso  volentieri i locali dell’oratorio per farne il luogo di ritrovo. Attraverso il passaparola abbiamo trovato un bel gruppo di  ex- insegnanti casellesi  e non, pronti a tornare sui banchi di scuola per questa nuova esperienza. Ci siamo incontrati e, con tanto entusiasmo e buona volontà, abbiamo messo insieme proposte e risorse per realizzare la “nostra scuola” che ha aperto i battenti nel mese di ottobre con una piccola festa per accogliere i nuovi studenti. Hanno aderito 15 stranieri, prevalentemente donne giovani, nella maggioranza egiziane e marocchine. Essendo la prima esperienza sul nostro territorio,  abbiamo pensato di aprire la scuola un giorno la settimana, il mercoledì mattina dalle 9 alle 11. Sono stati acquistati dalla Caritas i libri di testo e i quaderni, mentre Don Claudio si è reso disponibile per le fotocopie necessarie . “ Una comunità operosa la si costruisce  a più mani, grazie al prezioso contributo di tutti e questa scuola non avrebbe potuto operare se non ne avesse fatto parte Sanaa Mustafa, la mediatrice culturale di origine egiziana, che fa da tramite tra le  numerose studentesse di lingua araba e le insegnanti.
    “ Abito a Caselle da 33 anni- racconta Sanaa- ho insegnato per molti anni in una scuola araba a Torino. Da quando sono andata in pensione collaboro con un’associazione torinese come mediatrice culturale, mi piace poter aiutare gli altri, in particolare le donne arabe a integrarsi nella nuova realtà. Mi fa molto  piacere poter collaborare a questo nuovo progetto, è importante per queste donne sentirsi accolte e aiutate e conoscere la lingua è il primo fondamentale passo per mettere radici.”  E per concludere  vorrei aggiungere  anche il mio contributo personale, facendomi portavoce del bel gruppo di insegnanti di cui ho il  privilegio di far parte. Quest’esperienza, umanamente molto coinvolgente, ci ha permesso a poco a poco di entrare in sintonia con il piccolo mondo di queste donne, che ti sorridono e ringraziano, che ti stringono la mano e ti abbracciano. Alcune abitano a Caselle da tempo, altre sono arrivate da pochi mesi: c’è chi comprende la lingua ma non la sa scrivere, chi parla con difficoltà e chi è completamente analfabeta, ma tutte sono molto motivate ad apprendere. Siamo certi  che imparare l’italiano permetterà loro  di essere più autonome e di avvicinarsi al territorio in cui vivono in modo più consapevole. Tra gli obiettivi futuri c ‘è proprio quello di guidarle, attraverso “lezioni all’aperto”, alla conoscenza di alcuni luoghi significativi del paese in cui vivono. La speranza è che il successo di questa prima “sperimentazione”, permetta un’istituzione più ufficiale della scuola, incrementando il numero degli iscritti e dei volontari. Nella celebre  favola africana,  il colibrì sceglie per primo di portare l’acqua per spegnere l’incendio nella foresta, insegnandoci che la cosa più importante: non è essere grandi e forti,  ma fare ognuno la propria parte, perché anche una goccia d’acqua, unita alle altre, può fare la differenza :”insieme si può”.

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