Questo documento, del 1446, è conservato nell’Archivio di Stato di Torino e, il suo carattere unico, lo rende estremamente interessante sotto il punto di vista filologico.
La sentenza, pronunciata dal Vicario dell’Abate del monastero cistercense di Rivalta, riguarda certe promesse di matrimonio, non mantenute, dall’adempimento delle quali il priore libera gli interessati, che convoleranno a nuove nozze.
Da ricordare che, fino al Concilio di Trento, le «promesse» per il loro carattere di impegno, avevano quasi altrettanta importanza che le nozze sacramentali vere e proprie: lo scambio di voti per questo aveva luogo di solito in pubblico all’esterno di una chiesa e la giurisdizione in materia matrimoniale apparteneva alle competenti autorità ecclesiastiche.
La sentenza, redatta interamente in piemontese, ci offre un esempio della lingua parlata a Torino e nei suoi dintorni nella prima metà del XV secolo.
Il documento, in piemontese, comincia così:
“In nomine Domini. Amen.
Noy, fra Anthony Bara de Cheer, prior zostrer de lo monaster de Rivauta, … fassena manifest universalment a tute persone che per temp avenir buchasem he lezesem cost present instrument
che, cumzoseachosachè o sea pervegnù ale nostre auregle he a la nostra noticia che Katerina, filia em za derer de Stevem Aloord de Rivauta, si à debiù promether em so mary um che se demanda per nom Pero, figl de Iohan Nole de Sen Murix, he per contrari col meysm Pero si doy aver promix chola meysma Katelinna em soa mugler, e che insy sea che cola meysma Chatelinna aprex de zo si habia promix de pygler em so marì per lo temp avenir he per zurament Mathee, ch’é zi apresent, figl de Micheleth de Novalexa, insé chom autra vota hal é stayt annuntià em la iessa curaa de sancta Maria de chol meymo loo de Rivauta cost tal matrimonni contrayt emtr lor, zo é emtr predit Mathee he emter colla meysma Katelinna,
unde Noy per lo nostr pastoral officy… e si aaparten de cercher he investiger la veritaa de cost tal promixion di matrimonni he de cognescer de le cause matrimonial en la soa juridicion,
emperzò Noi, … viste le deposiciogn he le confessiogn de gli testimonni che per Noy son stayt diligentement examinay per loor sarament …
vist, eciandee avent uvì, la deposicion he la confession de colla meysma Katelinna Aloarda fayta mediant lo so sarament, negant em la soa examination al bestut per so zurament, che zamay a no à promix de daver pigler lo predit Pero Nola per so marì;
avent vist etiandè alchunna letera, la qual n’é stayta tramissa he mandà per fraa Valerian Finet, chom prevost de Sen Benent de Thurin, che m’à apresentà de soa part Aymonet Prechacin, in la qual letera se conten in effeth insé com chiel meysm fra Valeriam em Thurin em la cassaa de lo dicth prevostaa, de nostra part he de nostra auctorità he per nostra comission, si à diligenment examinà per so sarament he denaynt hydoni testimonni lo predit Pero Nole, lo qual Pero, syond che se lez he se conten em cola meysma letera, si à depox he confessà per so sarament, em la soa examinacion, ch’el aveya promix de pygler per lo temp avenir la predicta Katelinna Alorda su tal condicion, zo é em chax ch’el piasix a so pari he a soa mari he gli soy parenth he amix.”
Traduzione:
“Nel nome del Signore. Amen.
Noi, frate Antonio Barra di Chieri, priore claustrale del monastero … di Rivalta … facciamo manifesto universalmente a tutte le persone che per il tempo avvenire, vedessero e leggessero questo presente strumento
che, conciossiacosaché sia pervenuto alle nostre orecchie e a nostra conoscenza che Caterina, figlia del fu Stefano Aloord di Rivalta, ha fatto promessa di prendere per suo marito uno che si chiama per nome Pietro, figlio di Giovanni Nole di S. Maurizio, e per contro quel medesimo Pietro si deve aver promesso quella medesima Caterina per sua moglie e che così sia che quella medesima Caterina dopo di ciò abbia promesso di pigliare in suo marito per il tempo avvenire e sotto giuramento Matteo, che è qui presente, figlio di Micheletto di Novalesa, così come altra volta è stato annunziato nella chiesa curata di Santa Maria di quel medesimo luogo di Rivalta questo tal matrimonio contratto fra loro, cioè tra il predetto Matteo e tra quella medesima Caterina,
onde noi per il nostro pastorale ufficio, … spetta di cercare e investigare la verità di questa tale promessa di matrimonio e di conoscere delle cause matrimoniali nella sua giurisdizione,
perciò Noi, … viste le deposizioni e le confessioni dei testimoni che da Noi sono stati diligentemente esaminati attraverso loro giuramento …
visto, pure avendo udito, la deposizione e la confessione di quella medesima Caterina Aloarda fatta mediante suo giuramento, negando nel suo esame, dopo tutto sotto suo giuramento, che giammai non ha promesso di dover pigliare il predetto Pietro Nola per suo marito;
avendo visto pure una lettera, che ci è stata trasmessa e mandata da frate Valeriano Finet, come prevosto di San Benedetto di Torino, che mi ha presentato da parte sua Aimonetto Prechacin, nella quale lettera si contiene in effetti come quel medesimo frate Valeriano in Torino nella casa del detto prevostato, per nostra parte e di nostra autorità e per nostra commissione, ha diligentemente esaminato sotto giuramento e davanti a idonei testimoni il predetto Pietro Nola, il quale Pietro, secondo che si legge e si contiene in quella medesima lettera, ha deposto e confessato per suo giuramento, durante il suo esame, che egli aveva promesso di pigliare per il tempo avvenire la predetta Caterina Alorda, su tale condizione, cioè in caso che piacesse a suo padre e a sua madre e ai suoi parenti e amici …”
Il seguito nel prossimo numero