C’è una parola che usiamo, facendo spesso confusione: ecologista. Un termine che viene utilizzato per definire sia chi pratica l’ecologia, che colui (o colei) che non ha una preparazione scientifica, ma a cui sta a cuore lo stato del Pianeta. L’ecologia è la branca delle scienze naturali che studia la porzione della Terra in cui è presente la vita, in aggregati sistemici detti “ecosistemi”.

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I ricercatori che studiano l’ecologia sono gli ecologi. Come sono biologi gli studiosi in biologia, cardiologi i praticanti in cardiologia, etc. Per diventare ecologi occorre studiare, non basta il sentimento.

Per gli ecologisti invece, il fatto che abbiano a cuore lo stato del pianeta è encomiabile. Sono un movimento di importanza enorme; è grazie a loro (e non agli ecologi) se certe buone pratiche vengono messe in atto in molti Paesi evoluti; se da qualche decennio si è iniziato a parlare di seriamente di ambiente anche nel nostro Paese, ove non manca la sensibilità ma le buone intenzioni.

Una di queste buone pratiche è quella di scegliere una forma di turismo sostenibile per l’ambiente. Perché è necessario parlare di turismo sostenibile? Perché viaggiare ha un impatto ambientale elevato.

E’ facilmente intuibile e possibile verificare come il turismo sia un fattore che incide negativamente sull’ambiente, se gestito in modo errato, con aumento dei rifiuti, con erosione delle coste, con inquinamento atmosferico, etc. Secondo uno studio dell’agenzia europea per l’ambiente, un turista consuma ogni giorno 3 volte l’acqua che userebbe normalmente; mentre il trasporto aereo è tra le cause principali delle emissioni di gas serra. Ma il turismo è anche un’incredibile leva economica, che continuerà a crescere nei prossimi anni, se altri popoli né avranno l’opportunità.

Per questo si può e si deve viaggiare in modo diverso. Col tempo l’idea che anche i turisti e i viaggiatori potessero avere comportamenti più rispettosi per l’ambiente si è diffusa sempre di più, fino a far sì che l’Assemblea generale dell’ONU dichiarasse il 2017 Anno internazionale del turismo sostenibile. Tra l’altro, l’incentivo delle Nazioni Unite è proprio quello di far conoscere al maggior numero di persone le iniziative disponibili per chi cerca modi alternativi di fare vacanza. Si ha l’idea che il turismo sostenibile riguardi solo luoghi esotici e riserve naturali, invece le buone pratiche e le buone abitudini si possono applicare ovunque.

Solo per concentrarci nel nostro Paese, sono tante le possibilità e gli strumenti a disposizione di chi cerca una vacanza più attenta all’ambiente. Il sito di Legambiente turismo, ad esempio, mostra per ogni regione le strutture ricettive che rispettano il decalogo proposto dall’associazione, dieci regole che comprendono la riduzione e il riciclo dei rifiuti, il risparmio energetico, l’enogastronomia locale, proposte di mobilità leggera e trasporto collettivo. Legambiente ha assegnato gli Oscar dell’ecoturismo 2016 a 4 parchi nazionali, 4 parchi regionali, 1 area marina protetta e a 26 strutture ricettive affiliate all’etichetta “Legambiente Turismo”. In Emilia Romagna sono diverse le strutture che aderiscono al decalogo. Regione virtuosa in tema di turismo sostenibile, quindi.

Lo confermano anche alcune altre iniziative che stanno nascendo sul territorio. Una di queste è il Green Booking. Nata da un’idea del portale www.info-alberghi.com, prevede che le strutture ricettive intenzionate a partecipare al progetto donino ogni anno una quota, che viene totalmente investita in alberi, che saranno messi a dimora su tutta la riviera romagnola da Ravenna sino a Cattolica. Sempre per la Romagna, le ferrovie dello stato hanno messo online il sito: www.almareintreno.it. Per chi sceglie di raggiungere la meta delle vacanze in treno invece che in auto, il costo del biglietto viene rimborsato dall’albergo. Molti treni, inoltre, permettono il trasporto delle biciclette, e sfruttare le piste ciclabili della località scelta è un’altra buona pratica che permette di godersi la vacanza in pieno relax, con un occhio di riguardo all’ambiente. Un altro consiglio per i “turisti sostenibili” è quello di uscire dagli itinerari usuali per esplorare altri luoghi naturalistici del territorio visitato.

 

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Ernesto Scalco
Sono nato a Caselle Torinese, il 14/08/1945. Sposato con Ida Brachet, 2 figli, 2 nipoti. Titolo di studio: Perito industriale, conseguito pr. Ist. A. Avogadro di Torino Come attività lavorativa principale per 36 anni ho svolto Analisi del processo industriale, in diverse aziende elettro- meccaniche. Dal 1980, responsabile del suddetto servizio in aziende diverse. Dal '98 pensionato. Interessi: ambiente, pace e solidarietà, diritti umani Volontariato: Dal 1990, attivista in Amnesty International; dal 2017 responsabile del gruppo locale A.I. per Ciriè e Comuni To. nord. Dal 1993, propone a "Cose nostre" la pubblicazione di articoli su temi di carattere ambientale, sociale, culturale. Dal 1997 al 2013, organizzatore e gestore dell'accoglienza temporanea di altrettanti gruppi di bimbi di "Chernobyl". Dal 2001 attivista in Emergency, sezione di Torino, membro del gruppo che si reca, su richiesta, nelle scuole.

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